L'attualità da Hong Kong
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Un'annata magra quantitativamente ma in cui non è mancata la qualità quella che si celebra alla 39.ma edizione degli Hong Kong Film Awards. Tra le mille traversie che hanno caratterizzato la vita politica nell'ex colonia e le ripercussioni del virus cinese, il 2020 si presenta come un anno difficile per tutta l'area. Non aiutano i boicottaggi di Pechino ai Golden Horse taiwanesi e il recente annullamento dell'edizione di Hong Kong International Film Festival. A fare le spese di molti di questi sommovimenti è stato proprio Better Days, coproduzione ritirata prima da Berlino e poi dai Golden Horse, sempre per ragioni politiche.
Ci riprovano gli Hong Kong Film Awards, che assegnano al film di Jessey Tsang ben 12 nomination. La storia di bullismo e di competitività scolastica esasperata ha d'altronde conquistato il pubblico e la critica, almeno quanto il suo principale "contendente" agli Awards, Fagara di Heiward Mak, ultimo pregevole lavoro di una regista che sulle nostre pagine abbiamo sempre indicato come un nome certo su cui puntare per il futuro.
Sono 11 le nomination per Fagara, mentre se ne aggiudica 10 I'm Livin' it, mélo con i ceti sociali più svantaggiati nuovamente sotto la luce dei riflettori. Se il divario sociale recita il ruolo dominante, c'è spazio anche per altri tipi di lotte, come quella per i diritti gay, che vede in Suk Suk (9 nomination) una inconsueta trattazione: al centro, anziché due idol da rivista, c'è una coppia di attempati conviventi gay. Trascurato Stephen Chow - solo 3 candidature per lui - con The New King of Comedy, mentre Ip Man 4 porta a casa 9 nomination, prevalentemente tecniche.
La cerimonia di premiazione si terrà in maggio, all’Hong Kong Cultural Centre di Tsim Sha Tsui. Di seguito le nomination principali:
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E' stata la serata di Project Gutenberg, come atteso da molti, ai 38.mi Hong Kong Film Awards: 7 premi su 17 nomination, tra cui Miglior film e Miglior regia. Il film di Felix Chong brilla in una serata dominata da volti nuovi ed emergenti e da un veterano come Anthony Wong, che ruba la scena tornando a vincere come Miglior attore per Still Human. Gli ultimi premi vinti da Wong risalgono ai tempi di Beast Cops e The Untold Story, classici della Hong Kong anni 90. Miglior attrice è risultata invece Chloe Maayan, per il tour de force sexy di Three Husbands.
Tutti e tre i film - Project Gutenberg, Still Human e Three Husbands - saranno presenti nella selezione del prossimo Far East Film Festival di Udine, dal 26 aprile al 4 maggio.
Tra i nomi nuovi i vincitori come migliore attore e attrice non protagonista per Tracey, storia del coming out di un uomo che rivela di essere transessuale. Solo premi tecnici invece per Operation Red Sea di Dante Lam. Per la Cina invece (categoria Miglior film di Cina e Taiwan) vince Dying to Survive, commedia drammatica su un malato di leucemia che vende sottobanco farmaci per curare il cancro.
Di seguito l'elenco completo dei vincitori:
Leggi tutto: Hong Kong Film Awards: miglior film a Project Gutenberg
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Sesso e satira sociale in Three Husbands, nuovo film di Fruit Chan, che sarà al Far East Film Festival di Udine in anteprima europea: una metafora audace e potente della realtà di HK.
Ospite del FEFF 21 la protagonista Chloe Maayan, attrice simbolo della new generation cinese. Un’amicizia - quella tra Fruit Chan e il Far East, fatta di cinema: The Longest Summer è uno dei titoli che componevano la line-up del primissimo FEFF, nel 1999. Un’amicizia fatta di sogni condivisi: il FEFF ha prodotto, due anni fa, il restauro 4K di Made in Hong Kong, super cult anarchico, indipendente e (ormai) invisibile. Ecco perché annunciare un titolo di Fruit Chan rappresenta sempre un evento.
Leggi tutto: Far East Film 21: in anteprima la commedia sexy di Fruit Chan
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Le prime anticipazioni sulla 21ma edizione del Far East Film Festival, che si terrà a Udine dal 26 aprile al 4 maggio, hanno già fatto crescere un'attesa febbrile per l'evento. Hong Kong è nuovamente protagonista, grazie a un ospite d'eccezione. Sarà l'iconico attore Anthony Wong a ritirare il Gelso d'Oro alla carriera e a dare lustro al festival.
A Udine vedremo il suo film d’esordio, una perla rara come My Name Ain't Suzie di Angie Chan, datato 1985, e il recentissimo Still Human, pluricandidato agli Hong Kong Film Awards.
Due film che non potrebbero essere più diversi (la risposta cinese a Il mondo di Suzie Wong, dramma sentimentale con William Holden, e il diario contemporaneo, meravigliosamente intenso, di un uomo e della sua domestica). Due film che scandiscono il tempo di un attore straordinario, un divo, una leggenda, ma anche di un’intera generazione di spettatori cresciuti amando l’Asia e il Far East Film Festival.
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Serata piena di star, in una notte favolosa al Cultural Centre di Tsim Sha Tsui. Anche senza le polemiche delle edizioni precedenti, caratterizzate da istanze di autonomia e indipendenza nei confronti della Cina, gli Hong Kong Film Awards 2018, giunti alla 37ma edizione, hanno ribadito un certo orgoglio hongkonghese. Dominatore della serata si è rivelato infatti Our Time Will Come, coproduzione sino-hkese diretta da Ann Hui e già recensita su queste pagine.
Pur trattandosi di un film che "unifica", sotto il segno della resistenza anti-giapponese, lascia emergere sottopelle un orgoglio che è pura "hongkongness", con il tributo a chi si è sacrificato per salvare la città. Al film della Hui vanno i premi principali per il miglior film e la migliore regia. Oltre che migliore attrice, con una Deanie Ip nuovamente straordinaria dopo A Simple Life (dove era sempre diretta dalla Hui). Sorprendente invece il premio come migliore attore per l'infaticabile Louis Koo, a cui appartiene il più memorabile degli speech della serata. Il suo appello a Hong Kong - "Dobbiamo rimanere uniti! L'industria ha bisogno del vostro sostegno" - ha ancora una volta ribadito l'orgoglio di una cinematografia che rischia costantemente l'estinzione.
Sconfitto invece Love Education dramma famigliare girato da un'altra iconica regista, Sylvia Chang. Su dieci nomination il film - in verità una coproduzione tra Cina e Taiwan - porta a casa solo il premio per la migliore sceneggiatura.
Di seguito l'elenco dei premi principali.
Leggi tutto: Hong Kong Film Awards: vince Our Time Will Come
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Dall'inaugurazione nel segno di Brigitte Lin, alla serata finale con il restauro dello splendido Throw Down di Johnnie To. Il cinema di Hong Kong avrà un ruolo chiave alla ventesima edizione del festival friulano. Ottantuno i titoli in programma, ventuno di questi saranno opere di giovani cineasti emergenti.
Passano gli anni ma il Far East Film Festival di Udine non perde il gusto e la passione per il cinema dell'estremo Oriente. L'edizione presentata nella mattinata di mercoledì 11 aprile sembra infatti avere tutte le carte in regola per essere ricordata come una delle più ricche e innovative degli ultimi anni. Cibo, cinema e avanguardia sono le tre parole chiave della rassegna di quest'anno. Per la prima volta nella sua storia, il Feff aprirà le porte al mondo della cucina orientale, trasformando l'amatissimo cinema Visionario in una succursale di Casa Ramen, celebre ristorante milanese guidato dallo chef Luca Catalfamo, presente a Udine per preparare un ramen indimenticabile a tutti gli spettatori del festival.
La cucina orientale non sarà l'unica grande novità della ventesima edizione: nel 2018 raggiungerà il culmine l'ambizioso progetto del Far East a sostegno dei cineasti asiatici emergenti. Una scelta che ha portato la rassegna friulana a mettere in concorso ben ventun opere firmate da registi e nuovi autori del panorama orientale che verranno valutate da una speciale giuria internazionale altamente qualificata, composta dal produttore hongkonghese Albert Lee, dal produttore americano Peter Loehr e dallo sceneggiatore italiano Massimo Gaudioso. Saranno loro ad assegnare il Gelso Bianco, nuovo premio istituito per il ventennale e dedicato alla migliore opera prima o seconda presentata in concorso al Feff.
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