Perfect WeddingYan (Miriam Yeung) è una trentenne in carriera che dirige una società di organizzazione di matrimoni con successo. Nella sua vita c’è poco spazio per la vita privata, e figuriamoci per una relazione amorosa. Una sera, galeotto fu un libro di Dan Brown, Yan (e qualche bicchiere di troppo di un bianco di quelli buoni) finisce a far capriole nel letto di Fung (Raymond Lam), ragazzo bello e sensibile che ha qualche anno in meno di lei e una personalità morbida morbida che la tagli con un grissino. Roba di una notte, credono entrambi, e fin qui nulla di strano o straordinario. In problema è che il giorno dopo, compici un paio di coincidenze, Yan e Fung, un avvocato che si occupa pure di celebrare matrimoni, si ritrovano a lavorare insieme e scoprono di doverlo fare per almeno 30 cerimonie.

Superato lo stupore del momento, la preoccupazione, soprattutto per Yan, è che nessuno dei colleghi sappia della notte trascorsa con Fung. Ma la freddezza di rapporti tra lei e Fung dura solo fino alla sbornia successiva, quando quasi casualmente Yan porta il ragazzo a casa dell’uomo che tre anni prima l’aveva piantata sull’altare (un improbabile fotografo celebre con il volto e il fisico tracagnotto di Eric Kot); la finestra aperta sul passato di Yan diventa così il centro della storia, mentre Fung si fa sempre più coinvolgere nel rapporto con lei e l’ex sembra dare segnali di ripensamento…
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Barbara Wong ha spesso caratterizzato il proprio cinema con l’interpolazione molte volte forzata di elementi drammatici e pretese alte in storie quotidiane della Hong Kong borghese post-handover. Stavolta sembra evitare le complicazioni che avevano offuscato molte delle sue doti di regista nei film passati (ultimo dei quali l’incoerente Break Up Club) e preferire una narrazione genuina di un amore-non amore metropolitano che strizza l’occhio al cinema e alle serie americane, in testa il seminale a suo modo (per il genere) Sex and The City: Perfect Wedding finisce per risultare così una piacevole commedia romantica (ma nemmeno troppo) che fa delle situazioni della storia e delle interpretazioni dei protagonisti il suo punto di forza principale.

Miriam Yeung, ormai stabilmente a suo perfetto agio nei panni della trentenne disincantata ma non troppo che un po’ le avevamo visto vestire in Love in a Puff di Pang Ho-Cheung, offre volto e movenze quasi perfette a un personaggio femminile sincero e intenso e nei duetti con Raymond Lam riesce a convincere e coinvolgere senza risultare mai banale. Lo stesso cast di comprimari, tra i quali vanno per forza segnalati un Richard Ng larger than life anche senza baffi e una Mak Ling-Ling che recita l’inconvenzionale e ammiccante madre di Fung (una che, tanto per dare l’idea del tipo, per consolare il cuore infranto di Fung sa arrivare a chiamare a casa un squillo) offre prove che aggiungono pepe alla storia, e persino la prezzemolina per eccellenza del cinema cantonese dell’ultimo anno, Chrissie Chau, riesce a dare l’impressione di saper recitare una parte (quella della giovane collega di yan che cerca di consolare Fung). Commedia piacevole, a tratti piacevolissima, Perfect Wedding, ma con l’avvicinarsi del finale la Wong non rinuncia anche a staccarsi dai suoi modelli urban-hollywoodiani per intingere di una sottile amarezza la penna che scriverà la parola fine (o forse no) sul film.
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Hong Kong, 2010
Regia: Barbara Wong
Soggetto/Sceneggiatura: Lawrence Cheng
Cast: Miriam Yeung, Raymond Lam, Chrissie Chau.


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