Nel 2004 a Tin Shui Wai, zona nord-occidentale dei Nuovi Territori, un padre di famiglia uccide la moglie e le due bambine.
Attraverso le testimonianze di chi c'era, Ann Hui ricostruisce a modo suo la tragica storia di Lee Sum e Wong Hiu-ling, indagando sui semi del male e su come questi possano germogliare all’improvviso, nell’ordinarietà del quotidiano.
Notte e Nebbia su Hong Kong, per dirla con Oshima Nagisa. Ann Hui rivela tutto sin dall'inizio: il taglio (apparentemente) è quello semi-documentaristico e quindi non ha senso nascondere la naturale evoluzione dell'intreccio o mischiare le carte. La storia di Ling e Sum non può che finire così, nel peggiore dei modi; la Hui preferisce indagare sulle cause che portano all'effetto, sulle tracce di una psiche che nasconde lati oscuri e terribili, pronti a degenerare in presenza dei catalizzatori opportuni. Il che fa emergere quella tendenza moralizzatrice della regista, spesso così incline a denunciare storture da lasciarsi andare a digressioni eccessivamente didascaliche su ciò che è giusto e ciò che non lo è. Ma sono solo sfumature, il lato engagé in Night and Fog viene tenuto doverosamente a bada, in virtù di una cura per la regia rara addirittura per la stessa Hui.
Il lavoro prodigioso della mdp - tanto più se si considera che il film è girato in HD - insistente sui piani sequenza e sull'orizzontalità del carrello, sembra voler abbracciare tutta Tin Shui Wai (già protagonista del neorealista ma "positivista" The Way We Are della stessa Hui) o osservarla dall'alto, con intento quasi materno, comprensivo se non del male, quanto meno del mal-essere, degradazione alla base di innumerevoli tragedie quotidiane. La frustrazione e l'impotenza di non poter realizzare nulla di ciò che si vorrebbe perché costretti ad aggrapparsi alla previdenza sociale, mentre i grattacieli di Central restano un miraggio lontano un'infinità di chilometri. A cui aggiungere l'ennesimo problema di integrazione e comprensione reciproca tra hongkonghesi e mainlanders, tema ricorrente in molte opere degli ultimi anni e che non accenna ad attenuarsi nonostante lo handover risalga a 14 anni fa.
Non è nuova la Hui nella scelta di un personaggio maschile negativo in mezzo a un cast di madri coraggio, ma in questo senso Night and Fog rappresenta un punto di non ritorno (benché i di lei genitori a Shenzhen, che sanno o intuiscono ma preferiscono non vedere, forse ne escono anche peggio). Simon Yam, maschera di rabbia e violenza senza controllo, sembra quasi tornare alle efferatezze dei suoi personaggi Cat III per dar vita a Lee Sum, uno dei più pericolosi, patetici e indifendibili perdigiorno della storia del cinema, un mix di Jack Torrance e del "suo" Dr. Lamb nel corpo di un miserabile, nell'animo ancor più che nel portafoglio.
A tratti Yam sfiora l'eccesso, specie quando ringhia platealmente verso la mdp (unico momento difficilmente perdonabile di Night and Fog), mentre ancora una volta ineccepibile la prova di Zhang Jingchu, avviata verso una carriera da superstar che non disdegna di cimentarsi in parti impegnative (The Beast Stalker, Overheard, il terribile Aftershock di Feng Xiaogang).
Hong Kong, 2009
Regia: Ann Hui.
Soggetto/Sceneggiatura: Cheung Kin-Wai, Alex Law Kai-Yu.
Cast: Simon Yam, Zhang Jingchu, Jacqueline Law Wai-Geun, Amy Chum, Audrey Chan.