Nasce a Pechino nel 1966 ed entra nel mondo dello spettacolo grazie ad un concorso per nuovi cantanti, vinto entusiasmando la giuria. In breve tempo si costruisce una solida carriera musicale che lo porta all'approdo televisivo: inizia a recitare quasi per caso in una serie di successo e il passaggio su grande schermo a questo punto è scontato. Mr. Handsome è una commedia di poche pretese, ma alla seconda prova, nel buon Hearts No Flowers, il cantante dimostra di non essere peggio di tanti altri colleghi dal medesimo curriculum.
Bello e slanciato Leon Lai ci mette poco a sfondare anche nel mondo del cinema, dove la sua figura da bravo ragazzo gli vale spesso il ruolo del protagonista positivo. Apice di un simile stereotipo è il suo ruolo in The Wicked City di Peter Mak (prodotto da Tsui Hark), modesto thriller fantascientifico tratto da un fumetto. L'attore non ama i ruoli complessi, sembra preferire personaggi tutti d'un pezzo, lineari, in sintonia probabilmente con il desidero di non sporcare mai troppo la sua immagine presso il pubblico.
In The Magic Touch incontra il genio comico di Michael Hui, al fianco del quale sembra poter prendere il posto del fratello Sam Hui; l'esperimento si chiude subito. Inizia a frequentare, non senza qualche remora, il cinema d'azione e ottiene parti di rilievo in Gun n' Rose di Clarence Ford, in With or Without You, dove è contrapposto a un diabolico Jacky Cheung, in City Hunter con Jackie Chan e nel wuxiapian The Sword of Many Lovers di Poon Man-kit, unica sua apparizione in costume.
Senza garanzie, Jeff Lau è il primo regista che pensa di valorizzarne il fascino e di farlo recitare sul serio: in Love and the City è un ex galeotto disadattato, in perenne conflitto con il padre, che si innamora della ragazza sbagliata. Il vertice mélo è dovuto alla sua perfetta intesa con l'attrice Wu Chien-lien, e il lieto epilogo è un sospiro di sollievo emozionante.
Acquistata un'altra caratura rispetto al passato, Lai inizia ad essere richiesto per ruoli di maggiore spessore: Wong Kar-wai lo sceglie per impersonare il killer silenzioso di Fallen Angels, dove è conteso dalla sensuale Michelle Reis e dalla briosa Karen Mok. In Comrades, Almost a Love Story Peter Chan lo affianca alla ambiziosa Maggie Cheung nel ruolo di un cinese emigrato a Hong Kong che non riesce ad ambientarsi nella nuova situazione. La migliore interpretazione la ottiene però Ann Hui, che in Eighteen Springs lo cala in un contesto drammatico nella Shanghai degli anni trenta. La storia d'amore, stavolta, non è così lieta come potrebbe sembrare e ricalca i modelli classici della tradizione (letteraria: è tratto da un romanzo di Eileen Chang).
I registi che si avvalgono del suo operato ne sfruttano principalmente il fisico prestante e affascinante, cercando di adattare alle sue caratteristiche una recitazione sottotono e ingenua. In questo modo riescono a far emergere le doti di un interprete non ottuso ma certo limitato. Quando non è guidato da una mano salda e con le idee chiare, spesso l'attore rischia di strafare o di risultare fuori luogo. Come in Sausalito di Andrew Lau, dove ritrova Maggie Cheung, o come in Skyline Cruisers di Wilson Yip, dove è un corpo vuoto senza anima. Meglio piuttosto come killer, ancora di poche parole ma efficiente, nel capolavoro noir di Johnnie To A Hero Never Dies, il cui struggente finale è memorabile.
Tornato al suo primo amore, la musica, Lai ha collezionato una serie di dischi e di tour di grandissimo successo. E' l'idolo indiscusso di migliaia di ragazzine, in onore delle quali al cinema è sempre il perfetto e romantico amante: e tutte le sue ultime prove, dal divertente Love Generation Hong Kong (dove è conteso da Carina Lau, Shu Qi e Lee Ann) a Everyday Is Valentine (dove incontra Cecilia Cheung), indicano la volontà di proseguire su una strada fatta di ruoli carichi di buoni sentimenti disegnati su misura sulla sua persona.
Leon Lai non è un instacabile cacciatore di successo e fama: limita le sue apparizioni allo stretto necessario, non dimostrando sempre l'acume necessario per scegliere i copioni adatti per rimanere sulla cresta dell'onda con continuità. Inevitabilmente agli occhi dello spettatore la sua carriera è fatta di alti e bassi, di momenti di risibile inconsistenza (lo stereotipato Bullets of Love; Heroic Duo), di discrete valorizzazioni (anche auto-ironiche: in Killing Me Tenderly si finge gay e gioca con la sua immagine di macho; in God of Gamblers 3: The Early Stage raccoglie senza timore uno scettro ingombrante) e di grandi interpretazioni (il pur rinunciabile City of Glass; Golden Chicken 2; l'episodio Going Home di Three; Infernal Affairs III). Solo di recente esce allo scoperto e, assoldato il miglior esecutore sulla piazza (Wilson Yip), gli commissiona un film personale e ambizioso, Leaving Me, Loving You, che nonostante la presenza di Faye Wong non lo ripaga degli sforzi prodotti.
Leon Lai
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- Scritto da Matteo Di Giulio
- Categoria: PROFILI