La tendenza degli ultimi anni di Hong Kong è stata quella di un lento declino e di una, sostanzialmente irreversibile, crisi di identità; una faccenda legata a inevitabili evoluzioni socio-politiche, per la quale risulta difficile ipotizzare un'inversione di marcia, ma che non esclude che avvengano singolari dètournements. Nemmeno negli anni più bui, a cavallo dello handover, la crisi ha impedito di assistere a dei buoni quando non ottimi film e a dei campioni di incassi capaci di risollevare effimere ondate di entusiasmo e orgoglio per il cinema in lingua cantonese. E più che mai nel 2011 la bandiera della S.A.R. (Special Administrative Region, come sarà ambiguamente definita Hong Kong sino al fatidico 2046) è tornata a sventolare, all'insegna del cinema più oltraggiosamente exploitation che si possa immaginare.
Sesto incasso dell'anno, infatti, con 41 milioni di HK$ (5,3 milioni di dollari), Sex and Zen 3D: Extreme Ecstasy non solo ha riportato al cinema gli hongkonghesi in massa per un film in cantonese, ma ha soprattutto attirato nell'ex-colonia spettatori della Cina continentale, costretti a prendere il traghetto dalle proibizioni della censura di Pechino.
Riepilogando la situazione generale del box office, a dispetto di dieci film in meno distribuiti rispetto al 2010, da 286 a 276, il totale degli incassi al botteghino è salito a 179,1 milioni di dollari dai 172,4 dell'anno precedente; un andamento costante, come per il numero di pellicole prodotto o co-prodotte con la Repubblica Popolare Cinese, 53 contro le 54 del 2010. Ma è il rapporto tra produzioni hollywoodiane e asiatiche a cambiare notevolmente. Dall'en plein hollywoodiano del 2010 alla singolare Top 10 del 2011: prevedibile primo posto per Transformers 3 – 84,7 milioni di HK$ (10,9 di dollari) – e secondo per Harry Potter and the Deathly Hallows: Part 2 – 76,8 milioni di HK$ – a cui segue la sorpresa di You Are the Apple of My Eye, il fenomeno dell'anno. Una commedia romantica da Taiwan, debutto semi-autobiografico dello scrittore Giddens Ko, incentrata su amori adolescenziali e inevitabili stereotipi, ma capace di mantenere un invidiabile equilibrio tra astuzia, commercialità e indubbia grazia. Un fenomeno che ha avuto le sue ripercussioni su tutta l'Asia, con un picco a Hong Kong con 7,9 milioni di dollari nel 2011 (il film è ancora nelle sale).
Sex and Zen 3D: Extreme Ecstasy non è il solo titolo prodotto a Hong Kong e girato in cantonese a entrare nella Top 10, l'onore tocca anche a I Love Hong Kong, con 3,4 milioni di dollari; le due facce della stessa medaglia del blockbuster cantonese moderno. Il primo rappresenta il ritorno (o la riappropriazione) di un non-genere puramente hongkonghese, il cosiddetto Categoria III, cappello sotto cui far rientrare pellicole horror, soft-porno o di violenza assai esplicita, il secondo incarna il fenomeno del film da Capodanno cinese, alter ego dei cine-panettoni nostrani. In entrambi i casi scarso il contenuto artistico: soft dai doppi sensi obsoleti e dalla sostanziale pruderie strisciante il remake di Sex and Zen, melensa storiella consolatoria I Love Hong Kong. Ma qui non è il dato qualitativo a contare, è il colpo di coda di un cinema, quello in lingua cantonese, orgogliosamente ancorato a un microcosmo di star, abitudini e slang che lo strapotere della Cina Popolare ancora non ha spazzato via e che trova nuova linfa in produzioni tipicamente autoctone e autoreferenziali. Come I Love Hong Kong o come la serie infinita degli All's Well Ends Well, inno alla pochade leggera a lieto fine che nell'edizione 2012 prevede già un Donnie Yen capellone, gli immancabili Sandra Ng, Louis Koo e Chapman To e l'ennesima sequela di gag sullo scandalo-Edison Chen delle foto osé; un mix contraddittorio di puritanesimo e malizia di cui evidentemente il pubblico di Hong Kong ancora non è sazio. E appena sotto la Top 10 il lusinghiero risultato di Overheard 2, da poco recensito su HKX.
Un anno di riscatto, nella qualità – il grande ritorno degli Autori, dal Peter Chan di Wu Xia alla Ann Hui di A Simple Life - oltre che nei numeri, per una cinematografia aggrappata ai suoi autori storici, ma ancora indomita nella sua autonomia dalla Madre Cina. Forse non è un caso se neanche una coproduzione con la Cina continentale fa capolino tra i maggiori incassi dell'anno.
BOX OFFICE di Hong Kong 2011:
1 | Transformers 3 | $10,883,894 |
2 | Harry Potter and the Deathly Hallows (Part Two) | $9,866,229 |
3 | You Are the Apple of My Eye | $7,959,759 |
4 | Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides (3D) | $5,827,510 |
5 | Mission: Impossible - Ghost Protocol | $5,686,450 |
6 | 3D Sex and Zen: Extreme Ecstasy | $5,272,166 |
7 | Kung Fu Panda 2 | $5,071,620 |
8 | Sherlock Holmes: A Game of Shadows | $3,531,422 |
9 | I Love Hong Kong | $3,425,520 |
10 | X-Men: First Class | $3,325,094 |