Zhang Hui e Xiao Gong sono amici da sempre, ma Hui è segretamente innamorata di Gong. Quando lui le rivela di avere una relazione il giocattolo va in frantumi e Hui decide di ricorrere a ogni stratagemma per sedurre Gong e fargli capire i sentimenti che prova.
L'autore più quotato a Hong Kong, con fama di irriverente enfant terrible, torna alla romcom dopo il successo di Love in a Puff e del suo sequel, ma Women Who Flirt differisce molto per approccio e target di riferimento.
Una produzione totalmente cinese, che di Hong Kong e del suo peculiare spirito metropolitano non conserva più nulla, e che guarda al neo-girl power post Sex and the City come motore della narrazione. Il gruppo di amiche che aiuta Zhang Hui a conquistare le attenzioni di Xiao Gong riprende i più classici cliché del genere, donando un'immagine stereotipata e lievemente misogina delle tecniche seduttive femminili. La smentita susseguente a livello narrativo pare infatti motivata da un epilogo ovvio e indiscutibile più che dalla sincera adesione di Pang. Per ritrovare la cifra autoriale tipica del regista occorre scandagliare la sceneggiatura ed estrarne i passaggi più esilaranti: i riferimenti al cinema occidentale di Spiderman e Ghost (anche se il più forte referente è quello extradiegetico di Il matrimonio del mio migliore amico), o l'ossessione ricorrente per il porno, che porta alla scena più divertente, dove un match di curling, ascoltato e non visto, funge da surrogato di un film a luci rosse.
Zhou Xun, pur restando poco credibile nei panni del tomboy, sfodera una delle migliori interpretazioni della carriera, reggendo sostanzialmente sulle sue fragili spalle l'intero film; Huang Xiaoming, inespressivo e onnipresente bimbo del cinema cinese, funge a malapena da spalla per le gag.
Cina/Hong Kong, 2014
Regia: Pang Ho-cheung.
Soggetto/Sceneggiatura: Pang Ho-cheung, Jody Luk, Zhang You-you, Bonnie Bo.
Cast: Zhou Xun, Huang Xiao-ming, Sonia Sui, Hsieh Yi-lin.