Nel mezzo di questa famiglia dilaniata dal senso di colpa del padre e dalla maschera severa della matrigna, in realtà rosa anch’ella dal rimorso, Kwong si trova impaziente di crescere ed entrare finalmente a far parte di un modo alieno come quello degli adulti, dove tuttavia i sentimenti non hanno più la freschezza e la sincerità di quando si è bambini. L’occasione di fare il salto di diventare grande Kwong la trova quando incontra uno strano ciarlatano che si vanta di avere una pozione in grado di far crescere le piante, e perché no, anche i bambini. Così Kwong si ritrova bimbo nel corpo di un uomo e incomincia ad avere a che fare con i tanti problemi che, inevitabilmente, gli capitano addosso, ivi compreso come riuscire a far la corte alla sua ex-maestra (Cherrie Ying). Purtroppo, gli effetti della pozione non si fermano a questa crescita istantanea, e Kwong scopre di invecchiare ogni giorno più rapidamente.
L’idea di partenza è quella del Big di Tom Hanks, a sua volta presa dal Da grande di Renato Pozzetto, ma il tutto è immerso nel calderone della Hong Kong contemporanea, con i rapporti tra le persone regolati da ritmi imposti e codici stretti. A una prima sezione all’insegna dei toni leggeri e della gioia di crescere - e che spesso esagera con scelte di regia troppo sensazionalistiche e poco in sintonia con lo svolgimento della storia - subentra una seconda parte più riflessiva, che trasfigura il gioco del salto nel buio del mondo adulto in una scelta le cui conseguenze imprevedibili non possono evitare una riflessione sulla maturazione e l’invecchiamento, fatta con gli occhi semplici di un bambino.
Andy Lau sfodera tutto il suo carisma nel ruolo del bimbo cresciuto e poi invecchiato, anche se la connotazione forse troppo adulta del suo personaggio non convince fino in fondo, mentre Felix Wong e Karen Mok sono bravissimi nei panni dei genitori posti di fronte a una svolta dolorosa, dopo un passato travagliato. Wait 'Til You're Older è un film scanzonato ma a suo modo profondo e commovente, in particolar modo nel duro finale, che lo distacca dai due predecessori illustri e lo rende, in tutto e per tutto, un genuino prodotto hongkongese che, pur con pecche ben in vista, riesce – e non pare poco - a coinvolgere e a far pensare.
Hong Kong, 2005
Regia: Teddy Chan
Soggetto / Sceneggiatura: Cheung Chi-gwong, Susan Chan
Cast: Andy Lau, Karen Mok, Gordon Lam, Felix Wong, Cherrie Yin