Consolidando la politica bipartisan che gli consente di girare un filmetto hollywoodiano, solitamente con Jean-Claude Van Damme, e uno a casa, nei ritagli di tempo, con Looking for Mr. Perfect Ringo Lam pesca tra quel che rimane degli attori di Hong Kong e porta tutti in trasferta in Malaysia.
Qui mette insieme una trama assolutamente ridicola – sulla vendita di una bomba – che gli permetta di far giocare un po’ le sue star. Shu Qi, poliziotta che accompagna un’amica per un servizio fotografico, è perennemente in short e ha i bollenti spiriti per un uomo biancovestito che non smette di sognare.
Simon Yam, in uno dei suoi soliti ruoli da «cattivo-cattivo», si diverte un mondo a spiaccicare ogni tipo di frutto esotico a suon di calci, a ballare il tip tap, a schioccare le dita e a indossare abiti orribilmente kitsch, quasi un ritorno a Full Contact (1992): spara anche col bazooka, chissà che gioia! Lam Suet fa la parte del finanziatore un po’ laido – ci prova con ogni donnina compiacente –, ma è in realtà un ragazzotto fedele, tanto che raccoglie con infinito amore la dentiera alla fidanzata. Chapman To fa il ladruncolo di mezza tacca cui piace essere maltrattato. Senza contare Hui Siu-hung, investigatore privato, in coppia col belloccio Andy On, che in una scena riesce a correre con un fantastico salvagente a paperella intorno alle terga.
Tra gare in moto d’acqua e cocktail variopinti, difficile pretendere di più da un film di per sé perfettamente inutile: dopotutto si tratta di una vacanza.
Hong Kong, Malaysia, 2003
Ringo Lam
Mike Cassey