In una casa nobile il primogenito, Jia Baoyu, poco incline allo studio e molto interessato alle donzelle che popolano la magione, si innamora corrisposto della cugina Lin Daiyu. Una serva, destinata a diventare sua concubina, decide però di intralciare la loro storia d'amore preferendo alla prescelta un'altra sposa, la generosa Xue Baochai. Tra equivoci e complotti esplode il dramma familiare.
La terza versione cinematografica - su cinque realizzate - tratta dalla novella classica Il sogno della camera rossa, scritta nel diciottesimo secolo da Cao Zhan, è forse la più convincente. Nonostante sia una pellicola con molti esordienti, a partire dal regista Yuen Chau-ha e dalla coprotagonista Jen Chieh che veste come di consueto nel genere huangmei diao panni maschili, la messinscena è estremamente convincente. La regia sa come valorizzare i movimenti della macchina da presa, che suadente segue i passi dei personaggi principali, stringendo spesso con lente e delicate carrellate sui primi piani.
E' un melodramma passionale ma composto, in cui infelicità e sentimenti vengono gettati addosso al pubblico attraverso l'intermediazione del canto, prolungato, insistito, sempre al centro dell'attenzione. Le arie, che si basano su strumenti e melodie tradizionali, coinvolgono e spingono con il giusto ritmo l'epica delle emozioni in gioco alla resa dei conti finale, dove la tragedia si innalza a sconfiggere fato e buoni propositi. Qualche lungaggine tra la presentazione dei caratteri e delle vicende e la loro degenerazione, fulcro della seconda metà dell'opera, non rovina mai il pathos.
The Dream of the Red Chamber è anche, soprattutto, un raffinato palcoscenico in cui la divina Betty Loh Ti può esibire le sue molteplici doti: di attrice, di cantante, di icona immortale, incarnazione della bellezza classica. Con poche indovinate movenze ruba il proscenio al resto del mondo e si impadronisce delle sontuose scenografie, in cui spiccano i colori rosso e verde della primavera che sta sbocciando, e della colonna sonora, che sa piegare con esperienza e grazia ai propri scopi di primadonna irraggiungibile. A lei va la scena madre, a lei gli applausi di un pubblico che nel cedere alla commozione della storia le tributa il giusto omaggio.
Hong Kong, 1962
Regia: Yuen Chau-ha
Soggetto / Sceneggiatura: Yee Fan
Cast: Betty Loh, Jen Chieh, Tong Dan, Margaret Tu, Pat Ting