A metà tra moderno wuxia e sperimentazione psichedelica Ming Ming, primo film dell'esordiente Susie Au - con un passato tra corti e videoclip musicali - è, non a caso, un tour de force stilistico che fa dell'estetica pop e dell'esasperazione cromatica la propria ragion d'essere.
La trama è essenziale, volutamente confusa ma ambiziosa: gioca con il tema del doppio e con la matrici del noir metropolitano, che rielabora in salsa mainlander. Due donne dall'aspetto uguale e due uomini, rocambolescamente collegati tra di loro, si rincorrono tra Hong Kong, Harbin e Shanghai, proteggendo a caro prezzo un oggetto prezioso per un boss della mala.
La sceneggiatura è opera di Angela Lau, Louisa Wei e dalla stessa regista, che da vera autrice partecipa anche al montaggio schizofrenico. La diva cinese Zhou Xun conferma il suo appeal commerciale, il resto del cast, compreso lo strombazzato Daniel Wu, in realtà poco più che coprotagonista, le fa da paravento.
Delude il fatto che che la sostanza, resa glamour dalla fotografia patinata, non sia pari al gran clamore festivaliero suscitato. La confezione brilla di luce (al neon) propria ma una volta terminate piroette e brillantini si ritorna troppo in fretta con i piedi per terra. Efficace, anche se sovente pacchiano, il lavoro svolto sulle coreografie da hardboiled dalla coppia di martial arts coordinator composta dal veterano Nicky Li e dal debuttante Wong Wai-leung.
Hong Kong, 2007
Regia: Susie Au
Soggetto / Sceneggiatura: Susie Au, Angela Lau, Louisa Wei
Cast: Zhou Xun, Daniel Wu, Tony Yang, Jeff Chang, Ricky Chan