In Rumble Ages, sua seconda regia, James Yuen racconta tre storie con protagonisti giovani-tipo alle prese con problemi di una certa entità. Un rampollo incapace di relazionarsi con l'altro sesso nel tentativo vano di dimenticare la prematura scomparsa della madre; una bella immigrata clandestina che non vuole prostituirsi come il racket cerca di imporle; un disoccupato costretto a convivere con il rimorso di non aver aiutato la fidanzata incinta; un fioraio ritardato che è costretto da due amici a prendere parte a una rapina; una ragazza viziata e forse lesbica che odia il patrigno ma non si capisce bene perché.
Rispetto a tanti referenti che puntano allo stesso target post-adolescenziale - occidentali e orientali - qui non c'è piacere di mostrare la coolness insita nella trasgressione (morale e sociale), piuttosto una dolorosa consapevolezza di quanto sia difficile vivere serenamente un'età movimentata. Autore di tante commedie di successo, Yuen si ripresenta con un dramma generazionale. Che invece di guardare a Peter Chan o a Lee Chi-ngai, preferisce prendere a modello il Patrick Tam di Nomad, di cui tesse un chiaro omaggio. Il che inevitabilmente comporta grande attenzione allo stile. La tecnica passa in primo piano e catalizza l'attenzione dello spettatore, sfoggiando ritmi e soluzioni formali differenti. Step-framing, ralenti, accelerazioni dell'immagine, fotostop, montaggio da videoclip (abusato, con sottofondo canto-pop) sono adoperati ad oltranza. La prima conseguenza è l'evidente spersonalizzazione, nel vano tentativo di rifarsi a intuizioni altrui. Emerge una certa insicurezza nel dosare forma e contenuti, e un relativo e inevitabile distacco tra la storia narrata e il modus della messa in scena. La struttura, frammentata, con le tre storie intrecciate ma che rimangono sempre separate, ricca di rimandi, soffre dell'eccessiva prolissità della sceneggiatura, in special modo quando si tratta di concludere. Solo grazie all'esperienza di Yuen come scrittore la pellicola non crolla: nel momento esatto in cui rischia di diventare inconcludente, Rumble Ages ha un moto d'orgoglio e, affidandosi a dialoghi e attori, permette a questi ultimi - tutte popstar emergenti - di fare la parte del leone e di conquistare la platea. Ne è un perfetto esempio il frammento in cui Eason Chan e Miriam Yeung, future star, danno vita a un duetto surreale che ricorda molto i tête-a-tête tra Charlie Yeung e Takeshi Kaneshiro in Fallen Angels. Livello produttivo minimo, incassi appena sufficienti, risultato finale nettamente superiore alla media.
Hong Kong, 1998
Regia: James Yuen
Soggetto / Sceneggiatura: James Yuen
Cast: Edmond Leung, Miriam Yeung, Eason Chan, Chiu Hok Yee, Liz Kong
Rumble Ages
- Dettagli
- Scritto da Matteo Di Giulio
- Categoria: FILM