Siu-ling e Ming-ho sono cresciuti insieme, dacché Siu-ling venne trovata con la mamma morta accanto, durante i bombardamenti. Siu-ling ama cantare e Ming-ho è un ottimo pianista e compositore, ma lavora troppo e ogni tanto ha degli strani capogiri. Siu-ling va a parlare con il direttore di un night club per far assumere Ming-ho, e riesce a ottenere un lavoro per lui, uno per lei (come cantante e ballerina) e anche un fidanzato, il premuroso Lam-keung, che tra l'altro è un ragazzo molto ricco e per questo può permettersi di oziare in giro per locali. Tutto bene, se non fosse che Ming-ho è costretto di sera a suonare dietro una tenda, e durante il giorno, davanti alle dolcezze dei due fidanzatini, si sente oltremodo escluso, al punto da scrivere canzoni molto tristi. Quando Lam-keung chiede la mano di Siu-ling c'è una grande festa a casa di lei, anche se Ming-ho se ne sta in disparte a parlare con la luna invece di brindare, e anche se una telefonata annuncia il ritorno da Singapore dei genitori di Lam-keung. Papà e mammà infatti sono accorsi per il fidanzamento, ma non per congratularsi, bensì per portarsi immediatamente via Lam-keung, troppo giovane per decidere del suo futuro, e troppo poco interessato a Hai-lan, fidanzata scelta dai genitori con la quale lui sarebbe impegnato già da tre anni. Lam-Keung così è costretto ad andare a Singapore, dove non fa altro che firmare carte in un ufficio in penombra, tenuto sotto controllo dagli impiegati del padre. E quando Siu-ling va a trovarlo, lui si precipita pieno di gioia sincera, ma poi non sa come gestire le varie situazioni. Oltretutto un detective lo segue fino all'hotel di Siu-ling, e dopo una scenata Siu-ling viene rispedita a casa a Hong Kong con un'offerta di soldi e un biglietto aereo. E a Hong Kong i problemi non sono finiti: Durante una crisi di Siu-ling che non vuole più vivere dopo l'umiliazione, Ming-ho si sente poco bene, sviene, e gli viene diagnosticato un male incurabile di cui lui non viene informato, ma che apprende lo stesso per caso, da dietro una porta. Allora, con le ultime energie, va a Singapore a chiedere a Lam-keung di prendersi cura di Siu-ling, e Lam-keung finalmente affronta il padre, viene disconosciuto, e zoppicante per le botte ricevute arriva ad Hong Kong giusto in tempo per ascoltare un'ultima volta la canzone più triste scritta da Ming-ho, cantata da Siu-ling.
Tutti piangono in Opposite Love (amore avverso, più che opposto), senza distinzione tra uomini e donne. Connie Chan Po-chu, davvero una ragazza normale ma anche passionale, è molto brava, e la sua canzone, triste e meditata, si stampa nel cervello acuendo l'intensità di una trama spettacolosamente drammatica. Bowie Wu Fung è dolorosamente credibilissimo e a suo agio nel ruolo di ragazzo sfortunato che vede più lucidamente degli altri come vanno le cose a questo mondo. Cheung Ching invece è un po' debole e se la cava meglio nei ruoli comici, ed Helena Law Lan è, per una volta, molto attraente e perfidissima. Le caratteristiche del dramma cantonese ci sono tutte, senza grandi differenze dai film odierni (per esempio tutta la filmografia di Derek Yee): storia strappalacrime, intermezzi musicali modello videoclip, barriere sociali e tanti personaggi leali e sinceri, che nonostante i turbamenti personali, alla fine agiscono l'uno per il bene dell'altro. Molte volte viene sfiorata l'iperadrammatizzazione (Bowie Wu Fung che cade dal letto mentre gli amici si inginocchiano al suo cospetto...), ma l'abilità di Chor Yuen tiene tutto sotto controllo: la macchina da presa si muove in modo originale, fluida e partecipe: un brevissimo carrello sul viso di Connie Chan Po-chu, opposto al movimento della sua testa che gira lentamente dall'altro lato, sottoliea lo spaesamento della ragazza grazie al quale maturerà il suo colpo di fulmine per Cheung Ching (identico trattamento tocca anche a Nam Hung in The Sinner, la prima volta che entra nella stanza in cui verrà tradita); un primo piano di Connie Chan Po-chu che si fa sfocato, seguito da un primo piano ondeggiante di Bowie Wu Fung anticipa sinistramente lo svenimento di Wu Fung; un'inquadratura di lui che risponde al telefono fatta da un'angolazione particolare, attraverso un ornamento del salotto, lo fa sembrare in gabbia, ed è proprio quello il senso della situazione; un movimento circolare della cinepresa intorno a Connie Chan Po-chu meravigliata nel vedere Cheung Ching piombargli in casa, e poi la cinepresa che allontanandosi dal suo volto allarga l'inquadratura a tutta la stanza, con l'ombra della porta sul muro che disegna tutto un reticolato, rende chiaramente sia la sorpresa di Connie Chan Po-chu, sia il suo sollievo scomposto e tumultuoso). Opposite Love insomma, complice un bianco e nero smagliante, nitido e corposo, regge piuttosto bene gli anni che ha e fa senz'altro parte dei film di Chor Yuen da lodare e recuperare, nonché uno dei migliori esempi tipici di cinema di Hong Kong.
Hong Kong, 1968
Regia: Chor Yuen
Soggetto / Sceneggiatura: Chor Yuen
Cast: Wu Fung, Connie Chan, Cheung Ching, Helena Law, Shut Ma
Opposite Love
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- Scritto da Valentina Verrocchio
- Categoria: FILM