Dopo venti anni di detenzione, Eugene Wang si riaffaccia alla vita, ma non può che ripartire dalla sua ossessione, quella della famiglia di Eva, la vittima dell'omicidio di cui venti anni prima fu ritenuto colpevole. Il misterioso intreccio attira anche l'attenzione dell'ispettore Lam, ben deciso a capire di più su quanto avvenuto.
A volte è possibile giudicare un libro dalla copertina, a volte il pregiudizio si rivela uno strumento cognitivo sano. Nel caso di Nightfall potrebbero essere sufficienti i primi minuti, pretestuosi, estetizzanti e compiaciuti per intuire quel che seguirà. E il biglietto da visita del precedente Murderer, sempre della coppia Roy Chow-Christine To – il primo alla regia, la seconda allo script – non è di quelli da sfoggiare orgogliosamente in società, con quel contorto finale e una sceneggiatura invadente ed esibizionista.
Difetti macroscopicamente elevati a sistema in Nightfall, un thriller che anziché privilegiare l'azione predilige la discussione della medesima, la spiegazione insistita, per parole o per immagini, di ogni minimo dettaglio di quanto avvenuto nella fosca vicenda legata a Eva e Zoe, nonché di quel che attraversa la mente dell'ispettore Lam (ma quanto è inutile la divagazione sul privato del detective e sulla morte della moglie?) o di quali saranno le prossime mosse di entrambi. L'intento sarebbe quello di dipanare la matassa abilmente intrecciata in uno sfoggio di maestria registica e narrativa, l'esito è l'esatto opposto: l'intreccio con sorpresa è in realtà facilmente intuibile ben prima di metà film, il che rende la sequela di “sensazionali” rivelazioni delle variazioni sul livello di tedio dello spettatore più smaliziato.
E non aiutano tracce di moralismo strisciante che sembrano far capolino tra gli anfratti dello script, né la mano di Roy Chow, che insiste in maniera talmente greve sui lati inquietanti di Eugene Wang da suggerire come in realtà si tratti di un sentimentale dal cuore d'oro (sorvolando sui compagni di carcere cattivi bellamente massacrati in apertura, naturalmente). Dispiacere ulteriore lo spreco delle musiche di Umebayashi Shigeru (In the Mood for Love) e delle doti recitative di Nick Cheung e Simon Yam, visibilmente in difficoltà nel contenimento della propria espressività sotto le direttive maldestre di Roy Chow.
La nuova linfa che l'action di Hong Kong sta cercando di ritrovare non passa certo dal tentativo di recuperare in maniera coatta l'alchimia tra trame contorte e ritmo inarrestabile; se nella forma Nightfall si dimostra inconfondibilmente hongkonghese, nella sostanza è agli antipodi della forza che era alla base dei Bullets Over Summer o The Longest Nite del tempo che fu. Laddove il punto di forza erano un budget bassissimo e una resa a dir poco indimenticabile per la profusione di creatività impiegata, qui, con ben altri mezzi a disposizione, non si consegue che una stanca rivisitazione di temi ampiamente sfruttati.
Hong Kong/Cina, 2012
Regia: Roy Chow.
Soggetto/Sceneggiatura: Christine To.
Cast: Nick Cheung, Simon Yam, Janice Man, Kay Tse.