Tre ragazze impiegate in una fabbrica di montature di occhiali: l'idealista, la grassona e la maliziosa. Dietro la foto del direttore hanno appeso la foto di una attore loro idolo, seguendo il quale riescono ad entrare in uno studio cinematografico e a vedere come si gira un film. La ragazza idealista rimane delusa: il suo preferito è un donnaiolo perdigiorno e vanitoso. La ragazza maliziosa invece non bada troppo a questi difetti e anzi li usa per avvicinarsi ancora di più all'attore, facendosi sbaciucchiare. Il direttore della fabbrica intanto ha messo gli occhi sulla ragazza idealista, e va a parlare con suo padre per contrattare un inganno-scambio finanziario-lascivo. Il padre convince la ragazza ad andare in un hotel, e per primo sale lui a discutere con quelli della fabbrica. Nel bar dell'albergo la ragazza incontra l' attore mentre flirta con varie tipe, e sempre più arrabbiata finisce col tirargli una pallina di gelato in faccia, subito dopo scappando spaventata. L'attore la insegue: il caso vuole che la sua camera sia proprio accanto a quella dei dirigenti della fabbrica, e quindi quando lei raggiunge il padre, lui si apposta ben nascosto sul balcone, ascolta la conversazione, e quando la ragazza sviene perché ha bevuto una bibita drogata ed è praticamente nelle mani del violentatore riccone di turno, con un bel salto passa dal balcone alla stanza degli orrori e la salva. Un primo contatto tra i due è dunque stabilito. La ragazza e la madre devono lasciare casa e si trasferiscono nell'alloggio della collega cicciona, non volendo avere più niente a che fare con quel padre snaturato (che tuttavia è stato ferocemente picchiato per aver lasciato fuggire la figlia). La ragazza idealista va a cercare lavoro alla produzione cinematografica, e lo trova dapprima come cantante, e poi con l'aiuto dell'attore anche come attrice. Diventa famosa e l'attore è veramente innamorato di lei, anche se nessuno si è ancora accorto del cambiamento. Ma ecco che un giorno, mentre tutti festeggiano con i giornalisti il successo cinematografico della ragazza, arriva la ex-collega maliziosa esibendo un pancione, sbraitando all'attore accusandolo di essere il padre del bambino...
Una trama complicata per un film tutto sommato di sentimenti semplici e istinti primoridiali. Movie-Fan Princess promuove una teoria secondo cui il cinema salverebbe le ragazze dai bavosi direttori di fabbrica; ma a parte questo particolare opinabile, per il resto non ha nulla di nuovo rispetto a tante pellicole cantonesi dello stesso periodo, piene zeppe di elementi ricorrenti quali la violenza sulle ragazze con l'espediente di un brindisi al gusto di sonnifero da parte di figuri molto ricchi e anziani, la corruzione dei genitori che per soldi danno via la verginità delle figlie, e il mondo del cinema che va a cercare star nei bassifondi. In questi film, specie quando la regia è di Wong Yiu, ci sono sempre anche dei numeri musicali uno dei quali, più meno a tre quarti di film, è regolarmente cominciato dalla protagonista in pigiama che canta alla luna i suoi dispiaceri, ed è continuato e finito dal protagonista, in pigiama anche lui, che a casa propria ripensa con malinconia ai bei momenti trascorsi, prima dell'ultimo quarto di film che scioglierà i problemi e accontenterà tutti. Quasi superfluo dire che anche gli attori sono sempre gli stessi, Connie Chan Po-chu o Nam Hung, Lui Kei, Lydia Shum con o senza Nancy Sit, e poi tutta una serie di caratteristi per interpretare le mamme, i padri e i cattvi (immancabili in genere Lok Gung nel ruolo di ricco anziano, viscido o bravo, e Ma Siu-ying, faccia di donna intrigante per eccellenza). Un rimescolarsi continuo di personaggi e storie, spesso anche senza preoccuparsi di cambiare le musichine della colonna sonora, i set (la casa in cui abita Connie Chan in questo film, è la stessa di A Lovely Red Begonia, solo in bianco e nero!) e gli abiti di scena (Lui Kei sembra avesse un guardaroba limitato, e con quello girava di film in film accentuando ancora di più il suo essere unico, con quelle giacchette a quadri, quei pulloverini a righe e quei pigiami fantasia). Ma allora cosa c'era e c'è di bello in questi film? Semplice: prima di tutto li si guardava e li si guarda per riconoscere i propri attori e attrici preferiti e per vederli recitare una commedia, fare le facce, comportarsi in varie situazioni vicine a quelle di tanta gente nella vita reale, per trarne una lezione, un consiglio e qualcosa da canticchiare. Di questo non ci si stanca mai: Connie Chan Po-chu e Lui Kei avevano un carisma particolare già da soli, in coppia poi erano insuperabili, due veri affabulatori, con tutte le loro lacrime, i loro scatti d'ira, le loro interminabili traversie. Poi c'è anche il fatto che questi film, semplici come sono, a volerli guardare senza ghigni di superiorità, intrattengono sempre, sono avvincenti, malinconici e anche divertenti, difficile trovarne uno noioso, e impossibile trovarne uno completamente senza senso, senza umorismo e senza un insegnamento valido in qualsiasi latitudine. In Movie-Fan Princess è bella la scenetta con Connie Chan Po-chu che prende la mira e centra in pieno Lui Kei col gelato, pentendosene subito dopo. È simpatica Helena Law Lan che fa la maliziosa con grinta ma allo stesso tempo molto ingenuamente. Ed è notevole il finale, quando Lui Kei e Connie Chan ormai famosa nella finzione del film, arrivano in ritardo in un teatro gremito di ragazze urlanti: la scena è vera, e si vede benissimo. Il pubblico è un vero pubblico e quando i due divi entrano, un mare di folla li travolge, Lui Kei copre la testa di Connie Chan Po-chu e un inserviente deve issarla sul palco. Insomma un film tra realismo e fantasia per ragazze sveglie e indipendenti e ragazzi poveri che hanno voglia di crescere!
Hong Kong, 1966
Regia: Wong Yiu
Soggetto / Sceneggiatura: Liu Shun
Cast: Connie Chan, Lui Kei, Lydia Shum, Helena Law, Yue Ming
Movie-Fan Princess
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- Scritto da Valentina Verrocchio
- Categoria: FILM