Il ritorno al genere poliziesco del maestro John Woo passa attraverso il remake di Kimi yo Fundo no Kawa o Watare, pietra miliare della cinematografia giapponese, diretta nel 1976 da Jun'ya Sato. Tratto da un racconto di Juko Nashimura e presentato fuori concorso alla settantaquattresima Mostra d'arte cinematografica di Venezia, il nuovo film del regista di Face/Off è un godibilissimo action movie, sempre in bilico tra citazionismo gigione e romanticismo violento e manierato, da sempre marchio di fabbrica del cineasta cinese.
La trama segue le vicissitudini di un procuratore cinese (interpretato da Zhang Hanyu) accusato di corruzione dalla multinazionale farmaceutica per cui lavora e di un omicidio che, forse, non ha mai commesso. In suo aiuto interverrà un poliziotto nipponico dal passato turbolento, interpretato da Fukuyama Masaharu, protagonista anche in The third murder di Hirokazu Koreeda.
Inizialmente nemici tra loro, i due si vedranno costretti a unire le forze per smascherare i veri colpevoli della storia, rei di aver ordito un complotto che rischia di cambiare per sempre le sorti della specie umana. In Manhunt la componente spettacolare è un elemento imprescindibile della pellicola. Senza troppe pretese di realismo o verosimiglianza, John Woo orchestra sparatorie e combattimenti come le coreografie di un grande musical hollywoodiano, in cui ogni movimento è calcolato al millimetro e la qualità della messa in scena non soccombe mai al contenuto della trama ma serve piuttosto a valorizzarla e a impreziosirla. Molto riuscita la sequenza di apertura che vede per la prima volta comparire in un film di John Woo una donna killer, interpretata dall'attrice coreana Ha Ji-won. Il resto del film è spettacolo allo stato puro: tra continui ralenti, inseguimenti spericolati a bordo dei più svariati mezzi di trasporto e una continua serie di rimandi al cinema del passato, il regista di Hard Boiled e Bullet in the Head torna a fare ciò che gli riesce meglio: intrattenere il pubblico spettacolarizzando la violenza.
Ne esce un prodotto di altissima fattura tecnica, in cui ci si diverte molto, pur trattandosi sempre di un action movie, che pone le proprie basi su temi universali come la ricerca della giustizia, il valore del ricordo e l'importanza della verità. Uno degli aspetti più interessanti di Manhunt è però il rapporto tra culture asiatiche che vanno a intrecciarsi all'interno della storia, ambientata in Giappone, diretta da un regista cinese e interpretata da un cast proveniente da più parti dell'estremo Oriente.
Un vero e proprio multiculturalismo asiatico al servizio dell'intrattenimento dello spettatore, primario e ricorrente scopo in tutta la filmografia di John Woo.
Cina/Hong Kong, 2017
Regia: John Woo.
Soggetto: Jukô Nishimura (libro).
Sceneggiatura: John Woo.
Cast: Zhang Han-Yu, Stephy Qi Wei, Masaharu Fukuyama, Ha Ji-Won.