Alex Fong e Stephy Tang fanno coppia per la quarta volta, la terza diretti da Ye Nianchen. L’immancabile riferimento all’amore nel titolo stavolta è addirittura raddoppiato, così come il cinismo di una storia romantica estremamente drammatica. La nuova generazione pop deve affrontare seriamente il lato oscuro dei rapporti sentimentali, imparando controvoglia le difficoltà della vita di coppia.
Tradita e lasciata, l’ingenua Bobo si affida a un truffatore per ottenere vendetta sulla rivale che gli ha rubato il ragazzo e il lavoro. In parallelo la bizzosa Mun maltratta Fung, che esasperato accantona il suo cuore d’oro e cade tra le braccia di una fidanzata di scorta.
In un mondo disonesto trionfano i puri di cuore? La semplice morale tipica del mélo adolescenziale viene riletta in chiave scorretta da Ye, che al quarto film da regista continua – con una maturità raggiunta, finalmente, strada facendo – a disseminare indizi sulla sua vena polemica in fatto di love story. I personaggi sono infatti delle icone ben riconoscibili; meno lo è la cattiveria che celano dietro la facciata acqua e sapone. Le lacrime, necessarie, sono allora il raccordo tra quel breve attimo di felicità e l’inelluttabile.
La delusione, la disillussione sono lo schiaffo in faccia, reale, che spetta agli ingenui, per i quali, ironia della sorte, non v’è speranza di lieto fine. Amara constatazione di impotenza, L for Love, L for Lies è a partire dal titolo una dichiarazione di sconfitta: niente lustrini (se non musicali), niente stelle, e soprattutto nessuno spazio per i buonismi zuccherosi tipici di queste produzioni. Anche quando trionfano l’ironia degli equivoci e la commozione di un paio di momenti di pathos ben costruiti c’è sempre un sottofondo crudele che anticipa il peggio, una strana tensione acre che invece di far implodere la pellicola garantisce credibilità.
Hong Kong, 2008
Regia: Ye Nianchen
Soggetto / Sceneggiatura: Ye Nianchen
Cast: Alex Fong Yip-sun, Stephy Tang, Micky Yeung, Terry Wu, Tzeng Kai-xuan