Un’affascinante donna-spettro, in procinto di provare l’ebbrezza della metempsicosi, è involontariamente ostacolata da uno sfigato quattr’occhi. Per vendicarsi il fantasma si prodiga in dispetti, rendendo impossibile la vita dell’uomo. Terzo episodio di una fortunata serie, che negli anni ‘80 è arrivata a cinque pellicole, Happy Ghost III è il solito concentrato di stupidaggini per adolescenti e di trucchi da prestigiatore, nella speranza di arrivare a tutte le fasce di pubblico.
La giovanissima Maggie Cheung dimostra una vis comica impensabile ed è perfetta nel ruolo della primadonna elegante e bizzosa. In contrapposizione a lei il legnoso Raymond Wong, protagonista di tutte le puntate della saga, rappresentazione ideale dell’hongkonghese medio in cerca di vie di fuga dalla modesta realtà che è costretto a vivere.
La colonna sonora cantopop – su misura per la Cheung e per la voce delicata di Fennie Yuen –, a opera del veterano Joseph Koo, è fatta di motivetti accattivanti che entrano subito in testa. Ringo Lam e lo stesso Raymond Wong, non accreditati, collaborano attivamente alle riprese come co-registi mentre Tsui Hark, tra i finanziatori, partecipa alla farsa come guest star. La sua Cinefex Workshop è responsabile degli rozzi effetti speciali e dei giochi di luce visionari, oggi un po’ demodé.
Hong Kong, 1986
Regia: Johnnie To
Soggetto / Sceneggiatura: Raymond Wong
Cast: Raymond Wong, Maggie Cheung, Fennie Yuen, Charine Chan, Lam Wing-han