Kong, campione imbattibile, si sporca le mani nei circuiti sotterranei della boxe clandestina per arricchirsi in fretta e soddisfare le brame della fidanzata. L'inizio è roseo ma presto le cose peggiorano, complici i mafiosi che reggono il giro delle scommesse.
Dopo un esordio interessante nel mélo giovanile - l'agrodolce The Unusual Youth - il produttore Dennis Law, qui anche sceneggiatore, si conferma nome da tenere d'occhio. Declina il cinema di arti marziali a suo piacimento, costruendo intorno ai combattimenti, coreografati come da tempo non si vedeva, un dramma malinconico e romantico di tutto rispetto. Wu Jing, star cinese del kung fu, ricorda, per espressività ingenua e doti acrobatiche, il Jet Li dei tempi d'oro. Sorprende positivamente, inoltre, la capacità di un comico demenziale come Ronald Cheung di adattarsi con senso della misura ad un ruolo drammatico teso e difficile.
La regia non indugia sulla tecnica ma si lascia trasportare con entusiasmo e schiettezza: qualche volta incappa in errori banali - i ralenti à la Jackie Chan, qualche carrellata indulgente, gli ammiccamenti poco originali a SPL di Wilson Yip - ma quando riesce ad essere concreto raggiunge una compatezza emotiva che fa ripensare, con nostalgia, al passato recente del cinema action cantonese. Hak kuen, il titolo cinese, si traduce come Pugno nero.
Hong Kong, 2006
Regia: Dennis Law
Soggetto / Sceneggiatura: Dennis Law
Cast: Wu Jing, Ronald Cheng, Miki Yeung, Theresa Fu, Eddie Cheung