Da poco disoccupati, Fai e Gau si improvvisano artisti della superstizione e utilizzano un costume tradizionale per organizzare spettacoli di buon augurio, riuscendo paradossalmente ad avere successo. Dopo due tentativi sperimentali (9413 e What Is a Good Teacher) la terza regia dell'attore Francis Ng convince maggiormente rispetto alle prove precedenti.
Coadiuvato dalla classe artigiana di Marco Mak il regista, anche protagonista, mette in piedi un baraccone agrodolce dove folklore e sentimenti si elidono a vicenda. La sostanza è meno sprovveduta di quanto la forma stralunata potrebbe far pensare: il cinismo di fondo permea l'animo materialista dei personaggi e pur esaltandone quasi solo i difetti dimostra loro una sorta di amore paterno.
E' il trionfo del mito dell'uomo che si fa da sé, Hong Kong style, sancito a colpi di sciabola dalla sceneggiatura di Lam Chiu-wing e Lau Ka-ming, raffazzonata ma pungente, incentrata su un aspetto popolare peculiare quale il giro d'affari attorno alle danze dei dragoni, colorate e travolgenti.
Non è da meno la recitazione sanguigna dei caratteristi in gioco, capitanati dal sornione Francis Ng, da Anthony Wong e dal bonario Lam Tze-chung, dallo sguardo triste e dalla fisicità prorompente. Peccato solo che il materiale non sia sufficiente a coprire novanta minuti, e che senza le zampate tipiche di un Herman Yau nel finale la retorica finisca per prendere il sopravvento.
Hong Kong, 2007
Regia: Francis Ng, Marco Mak
Soggetto / Sceneggiatura: Lam Chiu-wing, Lau Ka-ming
Cast: Francis Ng, Lam Tze-chung, Anthony Wong, Teresa Mo, Lin Yuan