Una donna e il suo doppio, personificazione di desideri e frustrazioni repressi, fotografate tra Shanghai e Singapore, dove si scambiano i ruoli e cercano nell'uomo da sempre amato la conciliazione di tutti i loro rimpianti. Aubrey Lam, sempre più votata all'autorialismo, torna in pista con un mélo rarefatto che si basa sull'ontologia del sogno riflesso e cerca di scomporne metaforicamente l'essenza.
Grande prova di Karena Lam, in un duplice ruolo, ma non basta per spazzare via i tanti dubbi sulla sceneggiatura, scritta a sei mani coniugando un'idea flebile che conduce lo spettatore confondendolo con vaghi sentori da thriller e irretendolo in una sottile linea rossa di sensualità soffusa. La messinscena è sontuosa, anche quando è statica e ripetitiva: la regia fatta di movimenti lenti e primi piani sa sfruttare la colonna sonora a base di musica classica. In questa scelta si rivela una profonda dicotomia narrativa, palesata non senza snobismo dalla contrapposizione tra oriente e occidente, tra lo stile, d'abbigliamento e di vita, delle due metà a confronto, una moderna e in carriera, la seconda artista e attenta ai valori domestici. Ma forse c'è una terza Anna, che prima lascia e poi è abbandonata, per tornare infine indietro, e che nel mentre si dispera, piange e si perde d'animo. Una mediazione tra due realtà opposte, ma espressa con troppa didascalica leggerezza dell'essere. Talmente impalpabile da rasentare la vacuità.
Hong Kong, Singapore, Cina, 2007
Regia: Aubrey Lam
Soggetto / Sceneggiatura: Aubrey Lam, Wong Sian-ngoh, Chew Boon-leong
Cast: Karena Lam, Liu Yi, Tender Huang