The Brain (Louis Koo) è impeccabile nell'inscenare incidenti per mascherare quelli che in realtà sono delitti su commissione e per farlo si serve di un collaudatissimo team di professionisti. Quando il membro più anziano comincia a perdere colpi e qualcosa va storto, The Brain non accetta il fatto che possa trattarsi di una coincidenza e crede fermamente in un complotto ai suoi danni, ordito dall'agente assicurativo Fong (Richie Ren), perseguendo il suo progetto fino all'esasperazione.
Accident, presentato in concorso alla Mostra di Venezia e accolto benissimo, rappresenta per più di un verso una scossa rivitalizzante per il cinema di Hong Kong. L'incontro del talento di Soi Cheang, noto per la sua genialità non sempre controllabile – ma che ci ha regalato perle come Dog Bite Dog, capolavoro di cinema estremo che cresce a ogni visione – con il pragmatismo Milkyway e il rigido codice-To sull'action movie perfetto anziché generare un infelice contrasto, incarna il matrimonio perfetto. Cheang non esagera e incanala tutta la sua vitalità creativa al servizio dello script, ma stilisticamente il regista si leva le sue soddisfazioni: le scene di morte calate nella quotidianità lavorativa di Hong Kong (con tanto di ingorghi e strombazzate di clacson) sono quasi un marchio di fabbrica, dove le impeccabili geometrie criminali di The Brain al contrario sono pura Milkyway (Breaking News docet).
Il punto di vista è quello dell'occhio onnisciente, ingannatore e mendace, di The Brain, regista-demiurgo dell'accidente che va in crisi quando è posto di fronte alle sentenze inappellabili del Fato, specie quando questo comporta l'elaborazione di un grave lutto. La capacità di manipolare il caso si traduce così in una non accettazione dell'elemento-destino – peraltro così presente nel sostrato buddista, come ad esempio ci insegna Running on Karma – e in un delirio da control freak che porta il protagonista ad annullare la propria esistenza in favore della sua indagine, senza più fidarsi di niente e nessuno. Un'ossessione che per molti versi ricorda quella de La conversazione di Coppola, film che a più riprese pare un'influenza alla base di Accident, benché Soi Cheang neghi recisamente di aver anche solo visto il film di Coppola. Piace pensare che le cose stiano così, per accogliere pienamente una compiuta sintesi di stili hongkonghesi destinata a rappresentare un termine di paragone negli anni a venire.
Hong Kong, 2009
Regia: Cheang Pou-soi
Soggetto/Sceneggiatura: Szeto Kam-yuen, Nicholl Tang
Cast: Louis Koo, Richie Ren, Michelle Ye, Stanley Fung, Lam Suet