Nel cinema di Hong Kong Roy Cheung è il cattivo per antonomasia. L'attore, nato nel 1964, deve questa nomea a Ringo Lam, che nei suoi primi noir lo ha sempre scelto come nemesi: in Prison on Fire è più un aguzzino che un secondino; in School on Fire un capo-triade senza peli sullo stomaco. Tanto intensa è stata la risposta di Cheung alle pressioni (merito di una recitazione istintiva ma efficace) da costringerlo a ripetere il personaggio del criminale sanguinario all'infinito, con poche eccezioni. A volte passa anche dall'altro lato della barricata (in City on Fire) ma difficilmente riesce ad assumere una valenza positiva nonostante la divisa da poliziotto.
Dopo tante pellicole di ordinaria amministrazione, in cui usa il fisico da culturista per terrorizzare poliziotti (il finale poco comico di Fight Back to School), criminali (Triads - The Inside Story) e persone comuni (Wild Search, ancora una volta per la regia di Ringo Lam), smussa i toni in una commedia a episodi, Modern Romance, in cui contende con ironia Carrie Ng al marito e a un secondo amante. Si trova a suo agio negli hardboiled urbani e rifiuta la maggior parte delle parti in costume che gli vengono offerte (in The Storm Riders è un pesce fuor d'acqua; va meglio nell'ironico cammeo in Chinese Odyssey 2002).
Dopo qualche anno di relativa fama, la sua carriera declina pericolosamente verso b-movies mediocri e prodotti con quattro soldi, in ruoli anche non del tutto d'azione (In the Lap of God; Rose), dove mostra diversi limiti. Finché Andrew Lau, amico e suo grande estimatore - si veda l'uso che ne fa in Ghost Lantern - decide di opporre l'attore alla gang guidata da Chan Ho Nam in Young and Dangerous 3. Roy si immedesima tanto nella parte che oscura con la sua prestanza i veri protagonisti. Nonostante nel drammatico finale siano gli eroi a vincere, il suo personaggio riscuote un grande consenso presso il pubblico, tanto da costringere Lau e Manfred Wong a resuscitarlo: Cheung torna come nemesi, ogni volta con background e motivazioni differenti, praticamente in tutti gli episodi successivi, arrivando addirittura nel recente Born to Be King ad essere uno spregevole giapponese che si macchia dello stupro della moglie di Chicken (Jordan Chan).
Dopo un simile successo è ovvio che l'attore torni ad essere il più richiesto sulla piazza per i ruoli da cattivo. Si ritorna al punto di partenza, con qualche significativa eccezione: il boss-chioccia di Mongkok Story; il combattivo gangster di Once Upon a Time in Triad Society 2, non privo di un certo romanticismo; la guardia del corpo in The Mission di Johnnie To, ruolo per cui vince l'Hong Kong Film Award come miglior interprete non protagonista; l'istruttore senza pietà in Best of the Best, buona variazione sul tema giovani e pericolosi (diretto ancora una volta da Andrew Lau).
Gioca molto, forse troppo, con la sua reputazione, superando presto la misura della sovraesposizione mediatica e finendo per stancare la platea con un unico personaggio ripetuto ad nauseam, come dimostra l'accoglienza tiepida riservata a The Replacement Suspect, dove è uno dei tre rapinatori intrappolati, con diversi ostaggi, in un bar: ripropone qui lo psicopatico instabile che in Young and Dangerous 3 prendeva a modello il Michael Madsen di Le iene.
A sorpresa presta la sua voce, calda e baritonale, per doppiare il marito traditore di In the Mood for Love. Con il calo della richiesta in ambìto poliziesco, Roy Cheung fatica a trovare ruoli adeguati. Spreca testosterone e sguardi di fuoco in lavori mediocri come Super Car Criminals, Faces of Horror o Unbeatables, per poi riemergere, merito del solito Andrew Lau, in un intenso ruolo di spalla nel secondo episodio della trilogia nera Infernal Affairs.
Roy Cheung
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- Scritto da Matteo Di Giulio
- Categoria: PROFILI