Come nel caso di Frankie Ng, anche quelle di Lee Siu-kei sono braccia rubate dal cinema al mondo della malavita. A differenza però dell'ex collega, Lee punta in alto, e si dedica subito a più ruoli, non limitandosi a recitare. Lanciato da Stephen Chiau - il che avvalora la tesi di chi vorrebbe il popolare comico implicato in giri ai limiti del losco - in Fist of Fury 1991, questo omaccione corpulento, il cui viso incute un certo timore reverenziale, non ha mai preteso ampio minutaggio, preferendo la quantità (di pellicole in cui compare) alla qualità (delle partecipazioni). Come Frankie Ng assurge ad una certa riconoscibilità con la serie Young and Dangerous, in cui interpreta uno dei pezzi grossi della gang Hung Hing, Brother Kei. Ma con Andrew Lau aveva già lavorato qualche anno prima in Raped by an Angel e To Live and Die in Tsimshatsui. Ottenuta una certa fama, Lee impazza in pellicole minori (indifferentemente commedie, drammi, horror: le espressioni sfoggiate sono sempre le medesime) e in quasi tutti i film dove si parla di triadi (con più spazio del solito nel dramma carcerario Chinese Midnight Express, del 1997). Continua a frequentare i set di Stephen Chiau (The God of Cookery, Lawyer, Lawyer), cui produce alcune pellicole (The Lucky Guy di Lee Lik-chi, The Tricky Master di Wong Jing).
Dopo un lungo apprendistato come organizzatore, passa alla produzione, specializzandosi in pellicole erotiche a basso costo, meglio se violente o grandguignolesche. In questa fase, quasi senza volerlo, ha il fiuto per lanciare alcuni registi interessanti come Steve Cheng e Marco Mak e per ridare credibilità ad un vecchia volpe in via d'estinzione come Billy Tang. Non pago dei suoi successi, comincia a proporre sue sceneggiature, confermando i suoi gusti verso il Cat. III spiccio e il poliziesco di livello medio-basso: ovviamente il risultato non è niente di memorabile (Chinese Erotic Ghost Story o The Legendary "Tai Fei", spin-off della serie Young and Dangerous dedicato al lurido capobanda interpretato da Anthony Wong). Per chiudere il cerchio, Lee Siu-kei si improvvisa anche regista, peraltro dimostrando meno limiti che nelle altre circostanze. The Fruit Is Swelling e Indecent Woman sono il simbolo di una volgarità poco repressa, ma anche di una discreta capacità di sintesi e di un ritmo che non annoia. Soprattutto il primo titolo, sorta di remake dell'americano Big a tinte forti - qui è una ragazzina che diventa grande e fa innamorare di sé un istruttore di nuoto cui concederà le proprie grazie - stupisce per una sintassi coerente e per un'ironia non particolarmente fuori luogo (oltre che per un paio di sequenze davvero molto esplicite!). Nel 2001 rallenta le sue attività, prima dirige il modesto noir The Young Ones, da lui scritto, poi torna alla produzione con Electical Girl di Bowie Lau e Fing's Raver, entrambi interpretati dalla bomba sexy Sophie Ngan; mentre come attore si fa notare solo per l'ennesimo cammeo nel recente successo di Joe Ma, Love Undercover. Per la sua ultima regia, Holy Terror in the Village, annega nella povertà e rinuncia alla pellicola in favore del digitale (mal) prodotto dalla B&S Film Workshop.
Lee Siu-kei
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- Scritto da Matteo Di Giulio
- Categoria: PROFILI