Grande caratterista, icona popolare del cinema cantonese, Guk Fung, talvolta accreditato come Ku Feng, è uno dei volti più impiegati, anche solo per ruoli marginali, su grande schermo degli ultimi quarant'anni a Hong Kong. E' il classico caso di riconoscibilità minima: quello di Guk è un volto visto mille volte, mai con esposizioni di rilievo, ma la grande quantità di apparizioni è sufficiente a incuriosire. Il che non significa che si sia limitato, nell'arco della sua lunga carriera, a ruoli di scarso valore o poco impegnativi. Debutta come figurante per gli Shaw in Vermillion Door, acquista maggiore spazio solo l'anno dopo partire da The Knight of Knights e The Golden Buddha.
Presenza fissa nelle pellicole Shaw, per lo più come cattivo - è lo stregone malvagio di The Black Magic - o come caratterista anche dal numero limitato di inquadrature. Raramente i suoi personaggi acquistano spessore e minuti: in Oily Maniac si vendica di un torto subìto e innesca la maledizione che colpisce Danny Lee; in The Magic Blade è un temibile assassino; in Soul of the Sword un misterioso e invincibile spadaccino. Bassa statura, corporatura minuta, sguardo astuto, buona parlantina, spesso con barba o pizzetto; curiosamente, non avendo un fisico atletico né il portamento dell'eroe, in The Master of Kung Fu è il primo Wong Fei-hung a colori dopo anni di egemonia del veterano Kwan Hing-tak. Apprezzato da registi e colleghi accumula presenze su presenze, vista l'estrema facilità di adattamento e la capacità di essere credibile sia in panni moderni che in costume. Dopo il tramonto del wuxiapian mandarino si ricicla con classe nella nascente onda di gongfupian in cantonese, al fianco di Bruce Lee (Big Boss), di Angela Mao (The Lady Is the Boss) e dei loro imitatori. Abile sia nella commedia - è apprezzato da Li Han-hsiang, che lo recluta più volte: nel collettivo Illicit Desire, in Sinful Confession o, come alter ego dello stesso regista, in Passing Flickers - che nel dramma (in Cageman di Jacob Cheung è uno dei barboni che vivono nelle gabbie; in Family Light Affair è il padre indigente della famiglia protagonista) accumula ruoli per i decenni successivi, anche e soprattutto nell'horror (Blood Sorcery, Devil's Curse, New Mister Vampire), nel poliziesco (Brotherhood, Legacy of Rage) e nell'erotico (Liu Jai Fool Sex, Sex Flower). Con una filmografia sterminata - poco oltre 250 film - Guk Fung è indubbiamente un protagonista del cinema moderno, un pezzo di memoria storica di un'intera cinematografia, un tassello insostituibile dell'industria, un esempio di umiltà e dedizione costante: con un ultimo picco di rilievo, la metamorfosi mefistofelica offerta in Night Corridor di Julian Lee, dove, nel ruolo di un diabolico bibliotecaria, lascia il segno e, forse per la prima volta, imprime il suo volto nella memoria del pubblico rubando la scena ai (come sempre) più blasonati protagonisti.