La serializzazione nel cinema di Hong Kong è un'abitudine dura a morire, e nel giro di pochi mesi, per sfruttare l'inatteso successo di Young and Dangerous, il team produttivo dietro la pellicola ha messo in piedi un seguito. In Young and Dangerous 2, pellicola più debole proprio per l'eccessiva velocità con cui è stata realizzata, nonostante un'interessante struttura costruita sui flashback, l'attenzione si fissa sul personaggio maggiormente apprezzato dal pubblico, ossia Chicken, il membro della gang Hung Hing più estroverso e sfacciato. Costretto nel primo episodio a fuggire a Taiwan - strizzata d'occhio a un mercato che si vuole torni amico? -, senza soldi e senza onore, il giovane malvivente viene introdotto dal cugino Blackie presso il suo boss, capo di una potente triade e aspirante uomo politico. In breve il ragazzo guadagna la sua fiducia, scalando posizioni, fino a quando conosce la bella moglie dell'uomo, tanto pericolosa quanto ambiziosa: lei cercherà di far cadere in un tranello non solo il giovane, ma anche tutta la gang di Hong Kong, sfruttando una faida interna tra Chan Ho Nam e il boss Tai Fei.
La storia non cambia, basata sempre sul tentativo da parte di qualche criminale senza troppi scrupoli di affossare i cinque eroi e di prendere il potere. In questo caso sono addirittura due i personaggi che cercano di impedire l'ascesa dei giovani ribelli: prima - e in modo più grossolano - è il momento di Anthony Wong, poi è la volta della femme fatale Chingmy Yau, giapponese doppiogiochista. L'uso di cammeo di rilievo diventa a partire da questo film costante dell'intera serie, un chiaro mezzo per accalappiare il pubblico e per dare maggiore visibilità alla pellicola. Alcuni attori riusciranno grazie a queste incursioni a riguadagnarsi la popolarità un po' appannata.
I protagonisti fanno carriera e sono all'apice del successo personale: l'incipit è la celebrazione e il premio per essersi distinti con coraggio nel primo episodio. E' sempre più insita negli autori l'idea di parlare delle mondo delle triadi come di un normale ambiente di lavoro, solo più violento e spettacolare. Ci sono capi da rispettare, riunioni (altamente democratiche) in cui si decide il futuro degli affari, pubbliche relazione da mantenere e compiti ben definiti da portare a termine. Il concetto di ambizione, radicato nella gente di Hong Kong, è trasportato di peso nel mondo del crimine, quasi a voler dare una chance di rispettabilità all'underground meno noto. La carriera prevede i suoi gradini e anche bruciando le tappe bisogna imparare a rispettare le regole. Infatti, come metafora della vita, Young and Dangerous 2 è veritiero e molto più interessante di quanto si possa credere: non tanto per la visione distorta del rapporto familiare - le triadi sostituiscono i genitori - quanto più per la moralità che è sempre ben presente. Voci isolate fanno notare come, a differenza dei gangster degli anni ottanta - ribelli ma senza un codice d'onore -, questi giovani teppisti conoscano il rispetto e agiscano con violenza solo quando costretti dalla malvagità altrui: non si tratterebbe quindi di circostanze del tutto diseducative, ma di un modo per insegnare valori importanti. Con la necessità però di un filtro che faccia comprendere la differenza tra giusto e sbagliato. In negativo viene dipinta la politica, con un primo passo di avvicinamento dei nostri a questo complicato mondo: il confronto tra il crimine organizzato e il mondo di chi governa non rivela grosse differenze.
Hong Kong, 1996
Regia: Andrew Lau
Soggetto / Sceneggiatura: Manfred Wong, Sharon Hui
Cast: Ekin Cheng, Jordan Chan, Chingmy Yau, Gigi Lai, Anthony Wong
Young and Dangerous 2
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- Scritto da Matteo Di Giulio
- Categoria: FILM