We're Going to Eat YouUn agente governativo, sulle tracce di un criminale, arriva in un villaggio in un'isola sperduta, non a conoscenza del fatto che gli abitanti del posto sono cannibali. Aiutato da un altrettanto ignaro vagabondo e dal ladro che vorrebbe catturare, l'emissario, braccato dall'intera comunità, affamata e ostile, deve vedersela con il potente capo locale, abile lottatore e spietato aguzzino.
Seconda regia di Tsui Hark, spiritualmente ispirato al racconto Diario di un pazzo di Lu Xun (1921), We're Going to Eat You è un divertente incrocio di generi, la prima vera dimostrazione di intenti di un autore della New Wave pronto al grande salto commerciale. Nato dopo la visione di Per favore non mordetemi sul collo (in compagnia di Ann Hui, che a sua volta si fece ispirare dal film di Polanski e mise in scena The Spooky Bunch), è un horror viscerale, morboso, con un approccio grottesco e disincantato alla materia. Un exploit capace di coniugare gore (tagliato in seguito da molte versioni), umorismo nero, avventura picaresca, kung fu e sensualità appena accennata. L'ironia prevede un travestito gigantesco che preferirebbe non mangiare gli uomini ma abusarne, equivoci a non finire, un villain cattivissimo che a un certo punto accusa lo spleen della solitudine (e per ammazzare il tempo legge l'Edipo Re di Shakespeare), una curiosa parentesi mélo (finirà in tragedia), dei macellai assassini il cui look non può non ricordare Leatherface di Non aprite quella porta e un'allegorica parodia della Cina continentale, con strani richiami alla morale capitalista («mangiare o essere mangiati»). Il nazionalismo di Tsui Hark è elemento preponderante, comprese le parodie del patriota Wong Fei-hung e di Abramo Lincoln, come nel precendente The Butterfly Murders: qui un capo assatanato costringe il popolo alla fame e lo porta all'esasperazione. La rivoluzione, scanzonata chiave di lettura, è istigata da elementi estranei e porta come ultima conseguenza alla defenestrazione antropofaga del tiranno. L'arte di arrangiarsi e la professionalità dei suoi collaboratori - la sceneggiatura è di Szeto Cheuk-on, le scene d'azione sono coreografate benissimo da Corey Yuen, i volti degli interpreti sono lombrosianamente perfetti - permette a Tsui di infischiarsene delle ristrettezze del budget e di rubare gran parte della colonna sonora a Suspiria di Dario Argento.

Hong Kong, 1980
Regia: Tsui Hark
Soggetto / Sceneggiatura: Tsui Hark, Szeto Cheuk-on
Cast: Norman Chu, Eddie Ko, Melvin Wong, Hon Gwok Choi, Margaret Lee