Mentre il cinema mainstream rivolge il proprio sguardo agli Stati Uniti, alcuni autori vanno controcorrente e percorrono la strada che porta all'Europa. Un baiser volé sorpassa tutti in volata, senza celare le proprie ambizioni. Non stupisce che il giovane Chu Yui-bun, al debutto, cerchi di emulare a proprio modo un certo tipo di cinema d'autore (francese); piuttosto è inconsueta la presenza di Manfred Wong in un progetto così poco commerciale. Il film prende in esame un giovane alla soglie della maturità che, appena iscrittosi all'università, deve fare i conti con le proprie aspettative e con la vita lontano dalla famiglia (il difficile rapporto padre-figlio tipico del cinema cinese). L'esplorazione di un nuovo universo è affascinante per Steven finché non emergono i primi problemi, neanche a dirlo di cuore, rappresentati da due studentesse vivaci e da una sensuale professoressa.
Dopo un inizio incerto, Chu Yui-bun mette in piedi un melodramma studentesco senza cadere nei clichés di un tipo di giovanilismo goliardico fin troppo abusato. Lo sguardo maturo e la sensibilità del regista - che sfrutta frammenti e citazioni a introdurre le sue intenzioni -, il tono colloquiale dei dialoghi, la freschezza degli interpreti e i riferimenti colti, di marcato sapore letterario, acuiscono lo spleen sentimentale del confuso protagonista. Un personaggio finalmente diverso dall'involgarita media locale: un maudit senza eccessi, un Werther hongkonghese, innamorato della poesia e del fascino della letteratura. Manca quell'alone di immanente (e imminente) tragicità, ma in fondo stiamo parlando di ragazzi alle prese con i primi dolori amorosi, perché esagerare? Esplicitamente richiamate da una procace professoressa di letteratura francese (Christy Chung, scelta per il suo fascino maturo e per la sua ottima conoscenza dell'idioma della terra d'Albione) sono le poesie di Jacques Prévert. Scelta comoda quella di affidare al «[...] cantore dell'amor giovanile, [...] che ha agito sulle corde dell'uomo o del giovane [...] distrutti o barcollati [...]»1 (la poesia recitata di continuo è Je suis comme je suis) la linea di confine tra desiderio e impossibilità. E parlando di un ragazzo che diventa (sessualmente) uomo impossibile non considerare anche Gustave Flaubert e L'educazione sentimentale.
Chu conta soprattutto sulla bravura dei suoi interpreti, cui concede la totale fiducia. Chiamati per la prima volta ad un compito davvero impegnativo, gli imberbi e la matura musa rispondono con l'entusiasmo di chi ha compreso che l'occasione è più unica che rara. Un baiser volé è una mosca bianca, l'eccezione che conferma la regola: una pellicola che mira in alto quanto a contenuti ma che sa essere autenticamente popolare nella forma: potrebbe essere un nuovo modo, subdolo, di dettare le regole del trend, ma il solo fatto che in tutto il film non ci sia traccia di telefonini e pupazzetti di Hello Kitty fa gridare al miracolo.
Hong Kong, 2000
Regia: Chu Yui-bun
Soggetto / Sceneggiatura: Manfred Wong, Yip Nim-sam
Cast: Stephen Fung, Christy Chung, Nathalie Ng, Christal Cheung, Benjamin Young
Un baiser volé
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- Scritto da Matteo Di Giulio
- Categoria: FILM