Hoi-tong e Mei-leung, compagne di scuola: una povera, figlia unica e orfana di padre, e l'altra ricca e con un fratello giramondo. Proprio perché il fratello è ritornato, Mei-leung invita Hoi-tong a casa sua per una festa. Una festa vivace, con un complessino che suona motivi scatenati e un fotografo che coglie le pose danzanti dei ragazzi qua e là per il salone. Ma il fratello di Mei-leung non balla, lui guarda tutti sprofondato nel divano, con un drink e una faccia tra l'annoiato e il disgustato. Soprattutto gli dà fastidio vedere le ragazze atteggiarsi a donne nei vestiti attillati e dai colori accesi, e all'ennesima mossa di fianchi di una qualunque si alza esasperato e fa per andarsene, incrociando Hoi-tong che proprio in quel momento sta entrando, in ritardo; i due si scambiano niente più che uno sguardo sorpreso per essersi trovati l'uno sulla via dell'altro, e proseguono, lui per la terrazza e lei per la festa. Hoi-tong saluta Mei-leung, si guarda attorno, beve una bibita, resta in disparte, vestita di bianco e con una begonia rossa appuntata sulla giacca, finché non dà un'occhiata fuori, alla luna, ed esce anche lei in terrazza. Il fratello di Mei-leung le parla, sembra simpatico, un tantino canzonatorio e ironico, ma un intrattenitore. Dopo pochi minuti però si capisce che c'è qualcosa che non va, perché incomincia a fare discorsi amari, cinici, confusi, scambia Hoi-tong per un'altra ragazza, le sussurra parole strane, e intanto beve, beve... Hoi-tong lo prende per un braccio, dura solo un secondo, è per trattenerlo dal bere; Mei-leung chiama l'amica, le piacerebbe che tornasse dentro e ballasse con gli altri. Ma Hoi-tong deve andare, il fratello di Mei-leung si offre di accompagnarla, e se ne vanno allora tutti e due, scompaiono oltre il cancelletto. Lui è ubriaco, ferma la macchina in un boschetto in riva al mare, parlano ancora, tutti e due, raccontano dei genitori, delle sventure: lui ha una fiaschetta e continua a bere barcollando e appoggiandosi agli alberi. Lei è intimidita ma allo stesso tempo incantata, quando mai le è capitato di ritrovarsi così con un uomo. E tenta di nuovo di impedirgli di bere, ma lui fa una mossaccia, dà un ultimo sorso, getta la fiaschetta in mare, si libera di scarpe e calze e fa per gettarsi in acqua anche lui, ma Hoi Tong piccolina lo ferma, e lui, un ragazzone, cade a terra e se la porta dietro, incosciente e sorridente.
The Lovely Red Begonia è diviso in tre parti: l'incontro, le conseguenze, e il rimedio. È la storia di una ragazza forte e onesta che vive una serata e una nottata con una persona che le piace per davvero e per il quale lei non è che un diversivo nell'annoiata confusione alcolica. Una ragazza che rimane completamente sola con un bambino nella pancia e poi un bambino tra le braccia, con la mamma che la caccia di casa, l'amica leale che quando chiede ragione ai genitori non ottiene che insulti, e un uomo talmente sciocco e perso da non saper fare altro che scappare, scappare tutto il tempo, dimenticandosi dei nomi e confondendoli, intimorito da se stesso e delle conseguenze delle proprie azioni. Cosa si fa in casi del genere a Hong Kong? Ebbene, con orgoglio, senza chiedere niente a nessuno più del necessario, si torna dolorosamente sulla scena del fattaccio e lentamente, non senza disprezzo (ma con la determinazione di dare un padre al bambino, e quindi senza arrivare all'odio, senza rinnegare il dolore dei ricordi), si cerca di portare a sé l'uomo colpevole, avvicinandolo passo per passo, anche con calcolo. The Lovely Red Begonia è una storia come tante, è un film coraggioso nel quale le cose succedono senza farla lunga, semplicemente con molto senso pratico; e non capita spesso di vedere al cinema una figura di donna che invece di perdersi in vendette, cancellazioni del passato o disperazioni autolesioniste, agisce con buon senso e convinzione. Meravigliosa la prima parte del film: lenta, tranquilla e inesorabile (lo sceneggiatore è lo stesso di Winter Love, di Chor Yuen). Buffa la scena in cui la mamma di Hoi-tong trovandosi tra i piedi i genitori di Patrick Tse, risoluta, corre a prendere la scopa. Brava Kong Suet ma soprattutto bravo Patrick Tse, che sebbene scompaia per tutto il terzo centrale del film, dà comunque un interpretazione notevole, e non solo sembra ma è un futile sciocco ricco imbecille col cuore di un bambino in fondo bravo (rivelatrice la scena in cui, riconosciuta la paternità ma ancora in difficoltà e indeciso sul da farsi, Patrick Tse si ritrova col bambino in braccio e si rende conto che c'è da cambiarlo, e invece di rifiutarlo si preoccupa, si dà da fare; bello il sorriso di tre quarti che gli lancia Hoi Tong!). Non un film d'azione ma nemmeno un film romantico, The Lovely Red Begonia possiede un fascino silenzioso e spartano, ed è una fortuna che sia riuscito ad arrivare fino a oggi.
Hong Kong, 1965
Regia: Chan Man
Soggetto / Sceneggiatura: Tam Neng
Cast: Kong Suet, Patrick Tse, Man Oi Lan, Lee Yuet Ching, Lok Gung
The Lovely Red Begonia
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- Scritto da Valentina Verrocchio
- Categoria: FILM