Il soggetto di questo The Avenging Eagle (incomprensibilmente qui da noi tradotto come Gli implacabili colossi del karate e noto anche con il titolo alternativo Cold Blooded Eagles, da cui è stato preso spunto negli anni '80 per un rifacimento, 13 Cold Blooded Eagles di Choi Fat) è decisamente classico, tuttavia molto interessante e con qualche elemento di novità degno di nota.
Due persone che non si conoscono sono costrette ad unire le forze per attraversare un deserto. Una delle due sta fuggendo da misteriosi inseguitori, ma entrambi sono molto sospettosi nei confronti del loro compagno di strada, tanto da avere timore a rivelarsi i rispettivi nomi. Ciononostante non avranno difficoltà a fare fronte comune per difendersi dagli assalitori, fino a pianificare una strategia d'attacco in grado di toglierli dagli impicci in cui sono venuti a cadere.
L'iniziale incertezza contribuisce a calare lo spettatore nel profondo delle vicende, costringendolo a porsi domande fin dalle prime sequenze (anche se poi non sarà difficile comprendere la reale identità dei protagonisti). In effetti la struttura è insolita per un film di arti marziali, assomigliando più a quella di un film poliziesco o agli incastri prospettici di un Rashomon (Akira Kurosawa). In questo ribaltamento dai soliti schemi, che vorrebbero la più completa linearità come arma necessaria al successo, sta tutta la forza della pellicola; la scelta di partire nel mezzo degli eventi, senza dare alcun indizio salvo sfruttare in seguito una serie di lunghi flashback per dipanare i misteri, è infatti assolutamente vincente. Apprenderemo così dell'esistenza di questa setta di spietati guerrieri / assassini addestrati fin dalla più tenera età ad ubbidire e uccidere nel nome del loro maestro, e verrà alla luce un intarsio di vendette e rancori che si fronteggiano e rincorrono per tutto il film, fornendo una ragnatela di rimandi che collega tutti i personaggi principali. In questa costruzione, ruolo fondamentale svolgono gli attori, fortunatamente decisamente all'altezza. Ti Lung è maestoso e eroico come in poche altre circostanze, donando al suo personaggio la necessaria dose di malinconia e spirito di rivalsa. Dal canto suo Alexander Fu Sheng è istrionico al punto giusto, regalando più di un sorriso per le sue movenze, ma contemporaneamente riuscendo ad essere credibile nel suo dolore.
Se queste sono le premesse, spiace allora annotare che non tutto va per il verso giusto. In The Avenging Eagle c'è infatti qualcosa di fuori posto, una serie di piccoli particolari che assommati fanno perdere parte del gusto e del piacere di una visione altrimenti rinfrancante. Tralasciando i costumi vagamente raffazzonati e le location non sempre all'altezza, segno inconfondibile di un budget non stratosferico, punto dolente sono le coreografie purtroppo non limpidissime, seppure gradevoli, e un certo grado di esasperazione nei toni non sempre condivisibile. Alcune stereotipizzazioni sono infatti troppo esasperate (gli sgherri cattivissimi, la fanciulla innocente e indifesa, e via di seguito), in netto contrasto con l'attraente ambiguità dei due personaggi principali. La regia salva comunque il salvabile, facendo del suo meglio per evitare uno sfacelo di zoomate e controzoomate, seguendo con il giusto tono i combattimenti e sottolineando con parsimonia i passaggi più significativi.
Un film in qualche modo importante, gradevole e pienamente appagante anche se imperfetto.
Hong Kong, 1978
Regia: Suen Chung
Soggetto / Sceneggiatura: Ni Kuang
Cast: Ti Lung, Alexander Fu Sheng, Guk Fung, Yue Wing, Si Si
The Avenging Eagle
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- Scritto da Stefano Locati
- Categoria: FILM