Mr. Wai-GoAman Chang, cresciuto alla corte di Wong Jing (che qui produce e sceneggia), si ispira alla commedia scollacciata italiana, quando liceali, insegnanti e discinte poliziotte turbavano i sogni di un'intera nazione, e ne cattura il medesimo spirito in una farsa senza pretese ma irriverente come Mr. Wai-Go. Proprio come l'esperienza italiana insegna, il migliore spunto di partenza può derivare dalla cronaca (rosa), per imbastire due episodi limitrofi: wai-go (è anche lo sconcertante nome di uno dei due protagonisti, il maniaco telefonico interpretato da Eric Tsang) è la traduzione cinese di viagra - e il titolo alternativo del film è appunto Mr. Viagra -, il portentoso stimolante erotico per curare l'impotenza. Non pago di aver rubato toni e struttura, lo sceneggiatore Wong Jing plagia addirittura - o omaggia, la differenze è minima - un episodio girato a suo tempo da Sergio Martino come apripista per il suo 40° all'ombra del lenzuolo, La cavallona, con Tomas Milian e Edwige Fenech1.
Due uomini alle prese con l'imbarazzante e inconfessabile problema delle difficoltà sessuali: il fisico non risponde, il che costituisce un enorme problema soprattutto per il secondo protagonista, Chiu, che di professione è attore pornografico. Alla vigilia di un importantissimo impegno professionale con la diva giapponese Susie Bomb, l'uomo non riesce a venire a capo del suo problema. Ormai l'unico modo per eccitarsi è guardare la moglie alle prese con i lavori domestici, e nonostante qualche malinteso di troppo, colpevoli un padre con un gran senso dell'onore e una procace vicina di casa, la soluzione non è lontana (dal set). Eric Tsang ha invece il compito di introdurci all'argomento con un sondaggio in diretta per strada, in cui le donne e gli uomini cantonesi, accusati di essere poco interessati al sesso, esprimono la loro opinione. Quando è tempo di cominciare sul serio, Tsang abbandona le vesti di presentatore e si cala nei panni di un uomo impotente, l'ego narrante, che vive in un piccolo paese sconvolto dall'arrivo di una donna sensuale e bellissima, Bobo. Subito dopo la sua comparsa, la procace sposina perde in un incidente tragico il marito con cui aveva passato notti di fuoco, per la gioia dei vicini guardoni. A questo punto il timido Wai-go inizia con lei un gioco pericoloso di telefonate provocatorie e di allusioni piuttosto spinte: ma nel finale il goffo maniaco, comunque rivitalizzato dall'esperienza, non ha il coraggio di andare fino in fondo e si ritira in silenzio.
La consistenza di Mr. Wai-Go è pari a quella di una barzelletta piccante (Anthony Wong che deve riuscire a fare sesso con la giapponese per dimostrare la superiorità del popolo cinese): si ride e ci si diverte sul momento, poi si dimentica presto il contenuto, anche se resta un vago ricordo piacevole. Aman Chang si trova a suo agio con temi scottanti e sa alternare momenti grotteschi ad altri in cui la scatologia (e qualche breve scena di nudo, necessaria) prendono il sopravvento. La regia ha il pregio di non insistere sulla volgarità esibita, limitandosi al turpiloquio e alla pochade più becera: in Mr. Wai-Go manca infatti la componente pecoreccia, boccaccesca, che elegge il corpo e la carne a protagonisti. Tornando al referente nostrano, impossibile non notare la somiglianza, di ruoli e di intenti, che permette un simpatico parallelo tra Eric Tsang e Alvaro Vitali (soprattutto nei racconti onirici) e tra la starlette di origine malese Angie Cheung e Edwige Fenech. Medesimi luoghi comuni (l'uomo stallone e la donna facile) e paure (quella di fallire al momento decisivo), diversa la messa in scena, più sottile e raffinata nella forma, più esplicita quanto a dialoghi e metafore (gli spermatozoi alle prese con un allenatore severo): Mr. Wai-Go va oltre i suoi scopi primari, e offre, probabilmente senza volerlo, un efficace spaccato socio-culturale di una parte di Hong Kong di fine millennio.

Note:
1. Peraltro Aman Chang è recidivo, visto che in Tricky King, sempre del 1998, copia un altro spezzone dello stesso film, I soldi in banca, con Enrico Montesano e Barbara Bouchet.

Hong Kong, 1998
Regia: Aman Chang
Soggetto / Sceneggiatura: Wong Jing
Cast: Eric Tsang, Anthony Wong, Angie Cheung, Spencer Lam, Yuen King-tan

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