Full AlertUn poliziotto che non ha mai ucciso nessuno, nonostante i molti anni di carriera, deve dare la caccia a uno spietato assassino e alla sua donna. Alla fine si troverà costretto a violentare la propria natura mite... Full Alert è un film che più lo si rivede, meno piace. Scoperto in un momento in cui tutto quello che veniva dall'oriente in fatto di action faceva impallidire i rappresentati occidentali (Heat - La sfida e qualche altro raro esemplare a parte) e faceva gridare al capolavoro i neofiti (tra cui il sottoscritto), il ritorno al genere poliziesco di Ringo Lam aveva trovato una quasi unanimità di consensi1. Rivisto a distanza di tempo e, soprattutto, dopo lo sconvolgimento operato da Johnnie To, non si può non riconoscerlo come il frutto di un particolare momento storico in cui il genere si trovava a corto di idee e nemmeno autori di spicco come Tsui Hark e lo stesso Lam (si vedano anche le orripilanti esursioni in terra d'America al servizio di Van Damme o i vari, alterni, The Suspect, Victim e Time and Tide del ritorno in patria) erano in grado di infondere nuova linfa al genere. Ma una volta visti The Mission, A Hero Never Dies, The Longest Nite e Expect the Unexpected, ci si rende davvero conto della qualità di un film come Full Alert che, pur non essendo da buttare, finisce per essere un crime movie poco più che ordinario, con parecchi momenti di stanca e un confronto a distanza tra poliziotto e criminale che non coinvolge mai del tutto.

Da City on Fire e Prison on Fire sono passati ormai dieci anni e nel mentre sono successe un sacco di cose. Questo sembra sfuggire a Lam che, se anche cerca di innestare elementi innovativi su temi e modi che gli sono propri, non riesce a farlo con successo, finendo per dare vita a un'opera poco originale e facilmente confondibile con altre. Lo ripetiamo, a scanso d'equivoci: il film si lascia vedere, il mestiere c'è, gli attori, benché non al meglio, anche. Ma si ha la netta sensazione di trovarsi in un momento di stallo, davanti a un cinema che non tocca le corde dell'emozione come altri in quegli stessi anni stanno facendo o si apprestano a fare.

Note:
1. Ma Alberto Pezzotta in Tutto il cinema di Hong Kong (Baldini & Castoldi, 1999) lo stroncava senza mezzi termini, definendolo «una specie di fotocopia, con un budget comicamente all'osso, di Organized Crime & Triad Bureau».

Hong Kong, 1997
Regia: Ringo Lam
Soggetto / Sceneggiatura: Lau Wing-kin
Cast: Lau Ching-wan, Francis Ng, Jack Kao, Amanda Lee, Emily Kwan

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