Dragon Reloaded

Anche i critici più indulgenti si stanno domandando come, a distanza di otto anni, Dragon Loaded abbia potuto rappresentare per il comico Ronald Cheng il veicolo principale di affermazione nel già sovraccarico stardom cinematografico hongkonghese. Sarà stata, forse, qualche misteriosa alchimia che il regista Vincent Kok, per anni - e tuttora - sodale di Stephen Chow davanti e dietro la macchina da presa, è riuscito a profondere in quella poco onorevole, e a conti fatti persino poco divertente, centrifuga di gag precipitate nella naïveté anni Ottanta di Scuola di polizia, qualcosa che è sfuggito agli esegeti più severi ma non al pubblico (il film fu campione d’incassi in patria)...

Sta di fatto che quella pellicola - apparentemente innocua, puramente alimentare, piena di buchi di sceneggiatura e di sequenze girate con un senso della geometria e dello spazio alquanto precario - è entrata in maniera così prepotente nell’immaginario collettivo da meritarsi, un paio di stagioni dopo, un seguito ufficiale.
Dragon Reloaded vede ai blocchi di partenza la stessa squadra del prototipo: Vincent Kok dietro la macchina da presa, Patrick Kong come co-firmatario della sceneggiatura assieme allo stesso regista, e ovviamente Ronald Cheng nei panni dell’ineffabile Dragon, coadiuvato dai sodali Gold (Cheung Tat-ming) e Hei (Sam Lee), oltre al loro superiore di un tempo, il signor Tang (Tang Chi-fung). L’unica a marcare visita è la sola presenza femminile significativa di Dragon Loaded: la collega Stephy (Stephy Tang), con il quale, alla fine del prototipo, Dragon convolava a giusto fidanzamento. Ed è già un segnale di cosa ci aspetta in questo seguito: tolte anche le già striminzite parentesi romantiche, Dragon Reloaded si concentra unicamente sullo slapstick, non disdegnando frequenti inabissamenti nella trivialità e nello scatologico.

Proprio l’assenza del personaggio di Stephy rappresenta lo start-up di questa nuova avventura del trio di poliziotti pasticcioni: Dragon, depresso per essere stato mollato dalla ragazza, crede di ritrovare un po’ di sollievo recandosi in vacanza presso il Golden Pond Village assieme agli amici di sempre Gold e Hei e al loro superiore di un tempo. Non passa molto, e i tre si fanno immediatamente riconoscere, mandando all’aria una complicata azione di polizia, un attimo prima che gli agenti locali, guidati dal severo Rock, mettano le mani sul misterioso trafugatore della statua votiva che, secondo gli abitanti del villaggio, proteggeva quest’ultimo dalla malasorte. La punizione per loro equivarrà a un tuffo nell’azione del passato: saranno loro, infatti, a doversi fare carico di recuperare la divinità e assicurare il ladro alla giustizia.

Precipitato in un vorticoso rincorrersi di gag da Keystone Cops e pulsioni sessuali alla Porky’s - i tre "eroi" vanno su di giri praticamente a ogni gonna che incroci le loro strade - Dragon Reloaded vanta una struttura a suo modo tetragona, fermamente ancorata a un'intima necessità di generare situazioni paradossali e - si suppone - divertenti praticamente a ogni sequenza. Logico che se la comicità non possiede l’inventiva visiva e soprattutto plastica degli specialisti del passato, il meccanismo si inceppi quasi subito. Di certo, con Dragon Reloaded, Vincent Kok dimostra di aver assorbito ben poco del magistero del suo mentore Stephen Chow. O forse, più semplicemente, si fida troppo del suo protagonista, ignorando stolidamente che si tratta del corpo attoriale più controverso (e tra i più discussi) emerso a Hong Kong nel corso dell’ultimo decennio. In fondo, il segreto dello “scacco” di Dragon Reloaded (nonché del suo predecessore, a dispetto di ciò che pensa il pubblico di Hong Kong) è tutto qui: un protagonista forse inadeguato sul quale ci si ostina a cucire addosso sceneggiature rabberciate e approssimative, convinti che la sua sola presenza sia in grado di raddrizzarne le eventuali piegature di senso. Il cinema, almeno quello fatto bene, funziona diversamente.

Hong Kong, 2005
Regia: Vincent Kok.
Soggetto/Sceneggiatura: Vincent Kok.
Cast: Ronald Cheng, Miki Yeung, Cheung Tat-ming, Sam Lee, Tang Chi-fung.