Poliziesco senza ritmo, thriller senza suspense, Dark War arriva in ritardo di almeno dieci anni, quando gli echi dell'hardboiled più nero (il finale con i fratelli nemici fianco a fianco tra sangue e pallottole) si sono da tempo raffreddati. Jamie Luk, artigiano senza troppa gloria alle spalle, torna sul luogo del delitto (Robotrix incontra Cheap Killers), miscelando come suo solito temi adulti (lo stupro-e-massacro nel night club) e stilemi Wooiani (le sparatorie eccessivamente coreografate, l'onore, la violenza, la famiglia, il tradimento, il killer cool). Personaggi prevedibili: un sicario in esilio nelle Filippine dopo una missione quasi fallita e la fuga dalla prigione poco prima dell'esecuzione capitale; il suo ambizioso fratello, a capo dopo la morte del padre, di un potente (e ambiguo) gruppo finanziario; un maniac cop che salta fuori dal nulla; un paio di insipide donnine a fare da contorno.
L'ambientazione insolita - le Filippine, presumibilmente scelte a causa del budget ridicolo -, funzionerebbe, se la fotografia non tendesse ad esagerare con inutili preziosismi. La recitazione si perde nell'anonimato di volti poco noti e poco efficaci e in psicologie spicciole (oltre che nei fastidiosi mugugni di un insopportabile psicopatico omicida). Deludono i due nomi punta: Peter Ho ha il volto intrigante ma non il fisico per fare l'eroe; Pinky Cheung compare solo per pochi minuti. La narrazione a blocchi (a-temporali), l'iniziale montaggio alternato e la breve sequenza del primo omicidio, diretta in maniera ricercata - grazie a riflessi, visioni di sbieco e montaggio intelligente -, fa ben sperare, inutilmente: tanti tocchi di classe kitsch - le evoluzioni nei combattimenti, le scie tracciate dai proiettili - non si potevano proprio evitare?
Hong Kong, 2001
Regia: Jamie Luk
Soggetto / Sceneggiatura: Tse Suet Yung
Cast: Peter Ho, Pinky Cheung, Yasuaki Kurata, Timmy Hung, Jean Wang
Dark War
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- Scritto da Matteo Di Giulio
- Categoria: FILM