Ivy Ho non è più un segreto per nessuno, meno che mai sulle pagine di HKX. Ciò nonostante, è fatale stupirsi ogni volta di fronte alla profondità della sua capacità di analisi delle relazioni sentimentali.
Passata ormai stabilmente dalla sceneggiatura - classici come Comrades, Almost a Love Story o Goddess of Mercy - alla regia, Ivy resta un'instancabile osservatrice delle dinamiche d'amore, di come il feeling vada a morire nell'inconsapevolezza delle parti in causa o di come questo sorga spontaneo dove è meno lecito aspettarselo. Se in Claustrophobia l'intento era di sperimentare sulla narrazione servendosi dei tormenti amorosi, in Crossing Hennessy l'intreccio pare procedere in maniera più convenzionale.
Dove il “pare” merita almeno un paio di sottolineature.
Il personaggio di Loy, tagliato su misura per il ritorno da protagonista di un Jacky Cheung raramente così minimal, risulta verosimile senza che sia mai necessario il ricorso al cliché; ogni suo dettaglio, dalla goffaggine nel tentativo di footing mattutino alle espressioni da sognatore che lo accompagnano nelle giornate lavorative, è curato amorevolmente, quasi in funzione maieutica, così da far innamorare Loy di Oi Lin con la stessa gradualità con cui il pubblico si possa affezionare a Loy. Fino all'insistenza comunicativa, come quando Loy sale le scale tenendo le mani conficcate nelle tasche: è come se Ivy gridasse il suo pensiero, chiedendo a gran voce di partecipare alle vicissitudini di un uomo qualunque che rivela man mano la sua (elementare) straordinarietà. Ideale proprio perché impensabile la sparring partner, la graziosa Tang Wei rivelata al mondo dal Leone d'Oro 2007 Lussuria - Seduzione e tradimento (Lust, Caution) di Ang Lee e poi sparita dagli schermi (ottimo il suo cantonese senza doppiaggio), nei panni della mainlander Oi Lin, viso perennemente imbronciato e prosaicamente presentata come toilet queen nelle prime sequenze.
Ma il vero atto d'amore resta quello di Ivy verso Hong Kong, come già si può intuire dal titolo riferito a Hennessy Road, una delle strade principali del quartiere Wan Chai, colorato e ricco di negozi chic: il ritmo quotidiano della metropoli, liberato dal fardello delle esagerazioni che la finzione cinematografica spesso impone, rivive nella magnificenza della sua sublime quotidianità, costellata di caratteristi (del cinema come della vita) che qui rispondono a nomi anche assai prestigiosi (l'impagabile Paw Hee-ching, il redivivo Danny Lee).
Di troppa scrittura e attenzione alla calligrafia nel cinema si può pure perire, ma con Ivy Ho il pericolo sembra ancora molto lontano.
Hong Kong, 2010
Regia: Ivy Ho
Soggetto/Sceneggiatura: Ivy Ho
Cast: Jacky Cheung, Tang Wei, Andy On, Paw Hee-ching, Danny Lee.