Segretamente palpitante per il commesso Hyland, la briosa Moon, incapace di distinguere i colori ma in grado di parlare con gli insetti, tra cui una coccinella che la segue e la protegge sin dall'infanzia, vive una vita a modo suo, tra strani spasimanti dotati di super poteri, una madre assente e un contorno urbano e scolastico schizofrenici.
Law Chi Leung, pupillo di Derek Yee, abbandona il limbo in cui pareva essersi momentaneamente auto-circoscritto, il genere horror, che gli ha regalato buoni risultati di pubblico con il dittico Inner Senses - Koma ma scarsi apprezzamenti critici. Evidentemente c'è da parte del regista, ormai veterano e non più giovine promessa, voglia di mutare pelle e di sperimentare con le proprie capacità tecnico-narrative. In Bug Me Not, commedia solare e innocente, abbondano infatti gli effetti speciali, le popstar emergenti, la musica e il sorriso ingenuo di gag un po' stupide e quasi surreali, racchiusi in una confezione patinata.
La trama è trita routine, le situazioni non eccessivamente divertenti, il versante mélo meno ispirato di quanto si poteva immaginare sulla carta, probabilmente a causa di alcuni espedienti poco credibili. Eppure il film, a sorpresa tenendo conto di quanto appena detto, funziona discretamente. Law deve la sua salvezza allora non tanto alla sua regia, sapiente e capace di dosare con intelligenza ritmo e preziosismi, quanto alla sua graziosa protagonista, la sempre più carismatica Isabella Leung. La novella Amélie Poulain impartisce per gli ottanta minuti abbondanti di spettacolo lezioni di charme e simpatia, di savoir faire e puro entusiasmo cinematografico, quasi una dichiarazione d'amore per un personaggio talmente empatico da evitare la altrimenti inevitabile nomea di disadattato, che finisce per adombrare un cast ricchissimo, sia di debuttanti che di (piccole) stelle.
Senza citare il solito Wong Kar-wai del solito Chungking Express non si può non pensare al materiale dipanato in Bug Me Not come ad una tipica ipotesi cantonese con paradossi emotivi e tematici che si intrecciano con garbo e sobrietà. La particolarità del ricorso al digitale aumenta l'inverosimilità del contesto ma al contempo regala freschezza e linearità ad una fiaba che mentre scopre le sue carte acquista il consenso dell'audience che finché non pretende troppo simpatizza sorridendo tornando per un momento a pensare e a vedere con gli occhi idealisti di un'adolescente carica, gioviale, spumeggiante e innamorata.
Hong Kong, 2005
Regia: Law Chi Leung
Soggetto / Sceneggiatura: Cheung Chi-gwong, Yeung Sin-ling, Tony H. Chow
Cast: Isabella Leung, Wilson Chen, Kenny Kwan, Steven Cheung, Gillian Chung