3D Naked Ambition di Lee Kung-lok , sequel solo nominale dell’originale del 2003 (Naked Ambition), si colloca all’interno di quel filone della commedia erotica riportato in auge dal Vulgaria di Pang Ho-cheung (2012), utilizzandone l’attore-simbolo Chapman To.
Come prodotti simili, il film si fonda su una comicità basica, fatta di equivoci e stereotipi sessuali, che indugia volontariamente nel cattivo gusto e la cui particolarità, in questo caso, dovrebbe essere una sceneggiatura che propone una rilettura in chiave “femminista” del mondo del porno.
Chapman To interpreta Wayman Chan, uno scrittore di romanzi erotici che ha perso il lavoro a causa della crisi dell’industria a luci rosse. Un po’ per rivalsa e un po’ per gioco decide allora di andare con due amici in Giappone a produrre il porno che ne risolleverà le (proprie) sorti. La storia prende una piega inaspettata quando Wayman si troverà a fare da attore in questo film, venendo inevitabilmente dominato dall’esperta controparte femminile. Il suo approccio remissivo e succube alle scene si rivelerà però vincente, tanto da renderlo in breve tempo la più richiesta star dell’AV (Adult Video) nipponico, con il nome d’arte Mario Ozawa (uno dei tanti rimandi all’immaginario giapponese, non solo erotico). Addestrato dal “Goldfinger” Kato Taka, Wayman interpreterà di volta in volta video nei quali attrici reali degli AV come Tatsumi Yui, Aso Nozomi e Okita Anri lo sedurranno e costringeranno all’atto sessuale. Sul canovaccio principale si installano poi poco sviluppate sottotrame concernenti la compagna (Candy Yuen) e l’agente interpretata da Josie Ho che però non riescono mai a elevare il film dal punto di vista emotivo o a irrobustirne la narrazione.
Di sicuro il Cat III non viene sprecato, le (porno)star femminili non nascondono praticamente nulla e Lee è ben lieto di assecondare la stereoscopia alle loro forme (ma sempre per effetto comico), mentre le battute possono infilare volgarità esplicite una dopo l’altra. La sceneggiatura va però avanti a singhiozzo, con una struttura episodica che spezza ripetutamente il ritmo del film, mentre l’afflato femminista rimane solo sulla carta. Le parti più divertenti sono quindi le tante parodie dei generi del porno nipponico nelle quali il protagonista si cimenta: dall’episodio insegnante-allievo, passando per il fantasy in costume, fino a quello dei chikan (i molestatori dei treni), qui opportunatamente ribaltato con Wayman in una carrozza per sole donne e “vittima” delle molestie.
La commedia comunque rimane di grana grossa, puntando tutto sulla comicità più disimpegnata, e se qualche risata è garantita dalla splendida faccia da schiaffi del suo protagonista, 3D Naked Ambition lascia più spesso indifferenti, toccando anche qualche punta di imbarazzo. Nonostante pretese artistiche nulle, è interessante notare però come Lee non rinunci ad alcune velleità da commentario sociale – sempre senza prendersi sul serio - che esplicitano il carattere di un’operazione il cui target principale è il pubblico di Hong Kong. Accanto a riferimenti innocui ma in fondo gratuiti (come quello alle tensioni per le isole Diaoyu), si susseguono citazioni e rimandi alla cultura pop cantonese a cui contribuiscono i camei di Louis Koo (protagonista del Naked Ambition originale), Sandra Ng, Wong Jing e Charlene Choi e un finale che rivendica orgogliosamente (e grossolanamente) la propria “hongkonghesità”.
Hong Kong, 2014
Regia: Lee Kung-lok.
Sceneggiatura: Chan Hing-kai, Ho Miu-ki, Yeung Siu-hong.
Cast: Chapman To, Josie Ho, Candy Yuen, Tatsumi Yui, Kato Taka, Louis Koo.