Taiwan. Tre donne di diverse età e le loro insicurezze amorose: la ventenne malese Xiao Jie (Lee), che sogna di diventare una popstar, è convinta da un produttore sfigato (Wong) a formare un duo con l’hongkonghese Tong Yi (Yeung), da cui si sente attratta; la trentenne hostess Xiang (Liu) si divide tra un uomo sposato e un amante più giovane di lei, e finisce per perderli entrambi; la quarantenne fiorista Lily (Chang) scopre il tradimento del marito, si reinventa single d’assalto e si illude di aver fatto colpo su Jeff (Leung). Ancora un affresco al femminile: che è ciò che a Sylvia Chang (splendida ultracinquantenne: classe 1953, con il viso e il corpo di una trentacinquenne) riesce meglio.
In 20:30:40 il labile filo conduttore sono le insicurezze affettive delle tre protagoniste, simboleggiate da quel terremoto che nelle scene iniziali le coglie impreparate e smarrite. Lo spettro della solitudine che attanaglia Xiang, lo spaesamento geografico ed emotivo di Xiao Jie, la paura di invecchiare e non essere più desiderabile che spinge Lily a buttarsi nella mischia, tra jogging e locali di karaoke, alla ricerca di una storia: il risultato è intrigante ma diseguale, fatto di silenzi, parole e sentimenti più che di avvenimenti, con il labile collante di casuali incontri tra le protagoniste.
L’effetto Sex and the City (o, peggio ancora, di un Girls’ Night Out) è comunque scongiurato dal pudore con cui la Chang mette in scena i sentimenti: e se l’attrice-regista-sceneggiatrice (coautoreggiano le altre due protagoniste, Cat Kwan e GC Goo-bi) ha la tendenza egocentrica a rubare la scena (ne soffre in particolare il segmento su Xiao Jie, meno a fuoco degli altri), il suo personaggio ha momenti memorabili, come nella scena in cui torna a casa, ubriaca e sfatta, dopo una serata a cacciare in gola alcolici, e si spoglia rivelando pancerina e calze autocontenenti a modellarne le forme. Più risapute le altre figure maschili di contorno, dall’insipido ragazzotto che perseguita Xiang all’azzimato Tony Leung nei panni dell’ex compagno di scuola di Lily che fa nascere nella donna infondate speranze. Interpreti in gran forma, comunque, con menzione per il sommo Anthony, ormai abbonato a cammei mordi-e-fuggi: qui, capelli lunghi che spuntano da sotto la cuffia grunge, maglietta alternative e studio di registrazione tempestato di immagini di Kurt Cobain, è un meraviglioso perdente fuori tempo massimo, e a vederlo imbracciare l’acustica mettendo insieme qualche accordo sbilenco viene in mente il capolavoro Rock n’ Roll Cop.
Hong Kong, Taiwan, Giappone, 2004
Regia: Sylvia Chang
Soggetto / Sceneggiatura: Sylvia Chang, GC Goo-bi, Cat Kwan
Cast: Sylvia Chang, Rene Liu, Angelica Lee, Kate Yeung, Anthony Wong
20:30:40
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- Scritto da Roberto Curti
- Categoria: FILM