Francis NgTra gli attori della generazione di mezzo, a cavallo tra Andy Lau e le nuovissime leve, uno dei nomi migliori è quello di Francis Ng, che in breve tempo ha conquistato il pubblico con il suo volto sornione e la sua espressione stralunata. Il merito di lanciarlo definitivamente, dopo una lunga gavetta (comprendente pellicole di successo come The Bride with White Hair), spetta ad Andrew Lau, che lo valorizza come villain all'interndo di quella fucina di talenti che a posteriori è risultata essere la serie Young and Dangerous. In realtà il suo primo vero ruolo di rilievo gli viene affidato da Cha Chuen Yee in Legal Innocence, storia crudissima ispirata ad un caso di cronaca.
Con Cha Francis stringe un vero e proprio sodalizio ed è nel successivo Once Upon a Time in Triad Society che l'attore esplode sul serio. Il merito del film è quello di non essere mai banale e di giocare continuamente sul filo dell'ambiguità; è facile per un attore del suo calibro adattarsi allo stile e al tono della pellicola e impersonare un carattere dai mille volti e dalle infinite sfaccettature. Nel seguito, meno originale, fa comunque la sua parte, e non stupisce che ormai lo chiamino regolarmente registi affermati come Ringo Lam, che in Full Alert gli disegna addosso un cattivo che non si dimentica, e Benny Chan che lo include nel mega-hit Gen-X Cops a fare da chioccia, seppur brevemente, a Nicholas Tse. Ma Ng, che ha anche velleità registiche e debutta con il valido noir sottotono 9413, opera ingenua ma sottovalutata che colpisce per la voglia di sperimentare, ha ancora molto da offrire.
Lavorare con Johnnie To lo aiuta a sgrezzare il suo modo di recitare e a limitare l'uso del corpo solo per quando è necessario; The Mission e Too Many Ways to Be No. 1 sono due dei polizieschi più importanti degli anni novanta, e Ng ha un ruolo importante in entrambi. L'idea è che Francis si trovi meglio con quei registi con cui può discutere delle psicologie dei personaggi: con Wilson Yip, per esempio, grazie al quale vince diversi riconoscimenti come miglior attore, sia per Bullets Over Summer che per il magnifico Juliet in Love, affascinante affresco mélo virato a tinte fosche. Lo stesso discorso vale per The H.K. Triad di Clarence Ford, dove furoreggia con un personaggio borderline, e per il notevole noir on the road A War Named Desire, ambientato in Thailandia.
Attore capace di impegnarsi in ruoli drammatici e comici senza cambiare volto (si veda il surreale Raped by an Angel 2: The Uniform Fan o il beffardo Sexy and Dangerous, entrambi si basano a lungo solo sulla sua simpatia), ma infondendo di uno spirito tutto particolare i suoi personaggi, Ng si ritrova più di una volta ad annegare il suo grande talento nel super lavoro. Senza un regista in grado di contenerne l'istrionismo rischia spesso e volentieri di strafare: in Magnificent Team è un anti-eroe di maniera; in Those Were the Days veste i panni postmoderni della vecchia gloria Lui Kei, senza incidere particolarmente; in Bakery Amour corre inutilmente dietro alle grazie di Michelle Reis
Negli ultimi tempi accetta tutti i ruoli propostigli e finisce per essere coinvolto in produzioni di basso livello, come nel caso degli horror scalcinati Wicked Ghost e Believe It or Not, anche se ogni tanto riesce a piazzare la zampata vincente (conquista un HKFA come miglior interprete maschile non protagonista per 2000 A.D.). Non stupisce la confessione che il suo interesse principale sia ora la regia, ma What Is a Good Teacher, commedia surreale prodotta con due soldi, non è ancora una volta pienamente all'altezza delle aspettative. Riprende smalto grazie a Horror Hotline... Big Head Monster, al sottovalutato A Gambler's Story e a Infernal Affairs II, tornando in un batter d'occhio ai vertici dello star system.