Fra i tanti Johnnie To c’è quello conosciuto per le sue prove action-horror-fantasy col produttore Ching Siu-tung (The Heroic Trio e del suo seguito The Executioners) e quello del rozzo dramma populistico-pompieristico Lifeline, ma anche il regista decisamente più inaspettato e personale del noir raggelato e teso di The Mission (nonché di A Hero Never Dies).
Con sguardo appassionato e insieme distaccato, la pellicola segue le gesta di un gruppo di cinque guardie del corpo, che nel corso del film si ritrovano legate da un complesso sistema di amicizie e rivalità, al soldo di Mr. Lung, un potente boss della mafia di Kowloon.
Con uguale precisione e abilità, il regista descrive i momenti morti della professione, la vita quotidiana di ospiti forzati nella casa del boss mafioso, fatta di attese e turni di guardia, e situazioni dove invece il gruppo mostra in azione tutta la professionalità e l’affiatamento nel proteggere Lung e nello stanare il suo sicario. Una strana, paradossale atmosfera, insieme tesa e rilassata, quasi fatalista, unifica le situazioni narrate: le guardie del corpo affrontano ogni momento con la piena consapevolezza della precarietà della loro esistenza, e con la serenità che deriva dall’accettazione di ciò. Questo atteggiamento passa con forza anche nello spettatore, che, avvolto nell’empatia per questi personaggi semplici ma titanici nella loro filosofia di vita, segue con partecipazione le vicende e i problemi del gruppo. E, una volta catturato il suo pubblico, Johnnie To si permette di dilatare tempi e spazi in modo personalissimo ed estremamente affascinante, giocando coi ritmi del cinema con un’abilità e una consapevolezza davvero rare. In questo senso è emblematica la lunga sparatoria “rallentata” nel centro commerciale, che ricorda i ritmi impossibili dei noir di un altro grande maestro asiatico, Takeshi Kitano (in particolare Sonatine), in cui l’intensità della situazione è contrappuntata dai gesti precisi, quasi rituali, che il gruppo di guardie compie per proteggere il suo datore di lavoro. Quando vediamo le guardie del corpo prevedere e contrastare di conseguenza le azioni dei diversi killer invisibili nascosti nel centro commerciale deserto, la messa in scena dell’affiatamento (sottilineata dal fatto che in quasi ogni inquadratura troviamo bene o male tutti e cinque gli elementi del gruppo insieme) e dell’intuizione dei protagonisti ha qualcosa di ferino e soprannaturale. Un momento di cinema impregnato di atmosfere quasi fantastiche, che sembra la traduzione in un contesto urbano contemporaneo di un duello di wuxiapian, con le pistole al posto delle armi bianche, l’intuizione al posto della magia. Ogni elemento dello spazio dell’inquadratura assume un valore emozionale, ogni postura e movimento hanno un senso preciso.
Il mondo di The Mission è, com’è consuetudine del genere, prettamente maschile, fatto di profondi legami e di grandi dilemmi che sorgono quando questi legami, a causa della relazione fra uno dei protagonisti e la moglie di Lung, si vanno a sovrapporre e a scontrare con il problema fondamentale dell’etica e del dovere. In quest’ottica la pellicola abbonda anche di solidi momenti di interazione fra i protagonisti, più simili ad un plotone di soldati di un film di guerra che ad un gruppo di gangster, nonché della miglior specie di quell’ironia (come le gag con le sigarette o il calcio da ufficio con una pallina di carta) che il cinema di Hong Kong sa alternare con meravigliosa nonchalance alle situazioni più grafiche e dure. Sorretto da un gruppo di attori in ottima forma - fra cui Francis Ng, che incarna con eleganza la figura del professionista carismatico, affascinante e pulito, mentre l’ottimo Anthony Wong è Curtis “the Ice”, ex membro della triade diventato parrucchiere - e immerso nella vivida e pulita fotografia, prevalentemente notturna, di Cheng Siu-keung (responsabile anche delle luci di A Hero Never Dies), The Mission è probabilmente uno dei più originali e riusciti noir di sempre.
Hong Kong, 1999
Regia: Johnnie To
Soggetto / Sceneggiatura: Yau Nai-hoi
Cast: Anthony Wong, Francis Ng, Jackie Lui, Roy Cheung, Lam Suet